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Pescara, 24/11/2024
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Data: 20/04/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Autostrade e rincari - Nencini: il caro-pedaggio è convenuto agli abruzzesi. Così il vice ministro alle infrastrutture risponde all'interrogazione di Verrecchia. Per l'esponente di governo l'anno prossimo gli effetti sarebbero stati peggiori

PESCARA Meno male che c'è stato l'aumento del 12,89% dei pedaggi di A24 e A25, altrimenti, chissà che batosta negli anni a venire. È questo il senso della risposta che il vice ministro alle infrastrutture, Riccardo Nencini, ha dato all'interrogazione presentata da Massimo Verrecchia, ex parlamentare abruzzese, sulla questione dei rincari autostradali. Ecco le sue parole testuali.
IL PREGRESSO. «L'aumento tariffario accordato alla società Strada dei parchi per l'anno 2018, pari complessivamente al 12,89%», dice Nencini, «risulta perlopiù relativo a recuperi di incrementi tariffari maturati negli anni passati (anni 2015-2017) e precedentemente non riconosciuti a seguito dell'adozione di misure di contenimento tariffario finalizzate ad incentivare la ripresa economica».«Il riconoscimento dei suindicati incrementi pregressi in sede di adeguamento tariffario per l'anno 2018 si è reso necessario anche al fine di recepire le pronunce giudiziarie passate in giudicato in merito ai ricorsi presentati dalla società concessionaria avverso gli aggiornamenti tariffari degli anni precedenti».
IL COMMISSARIO AD ACTA. Le autorità giudiziarie, accogliendo le istanze della società, prosegue Nencini, «hanno infatti stabilito al contempo la nomina di un commissario ad acta da parte del ragioniere generale dello Stato qualora non si fosse ottemperato al riconoscimento alla concessionaria delle suddette, differenze tariffarie».
IL RISCHIO. Il mancato riconoscimento delle tariffe maturate, secondo il vice ministro, «avrebbe determinato oltretutto effetti cumulativi che, nel tempo, sarebbero potuti risultare sconvenienti per l'utenza».«I crediti derivanti dai minori riconoscimenti annuali sono infatti soggetti a remunerazione, secondo le pattuizioni convenzionali, al tasso di congrua remunerazione del capitale, determinando ulteriori costi regolatori che si riflettono nelle variazioni tariffarie degli esercizi successivi».
LA CONVENZIONE. L'incremento tariffario accordato alla società, ha spiegato ancora Nencini, è stato determinato sulla base di quanto stabilito nella convenzione di concessione esistente.
LA CORTE DEI CONTI. Il mancato riconoscimento degli incrementi tariffari «avrebbe pertanto comportato per l'amministrazione una responsabilità patrimoniale».
LA COMPENSAZIONE. Attualmente, le regioni Lazio e Abruzzo, «stanno comunque procedendo all'individuazione di misure agevolative per l'utenza», sostiene Nencini nella sua risposta, «facendosi direttamente carico dei relativi costi».
IL NUOVO PEF. È però in corso l'aggiornamento del Pef (piano economico finanziario) della concessionaria «nell'ambito del quale», conclude, «saranno regolati gli interventi di messa in sicurezza dell'infrastruttura. Tali interventi prevedono la compartecipazione dello Stato mediante l'erogazione di contributi pubblici, finalizzata alla minimizzazione dei costi a carico dell'utenza. Nel Pef saranno, inoltre, individuate ulteriori misure con l'obiettivo di ottimizzare le tariffe a beneficio degli utenti».

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