La tratta L’Aquila –Roma, diventando commerciale, mette a rischio i pendolari. Ma non solo, le aree interne risulterebbero penalizzate e nel piano dei servizi presentato da Tua(società unica abruzzese di trasporto), che sarebbe dovuto entrare in vigore ad aprile ma è slittato a giugno, si prevede un taglio del servizio di 1 milione e 100 mila km,1 milione solo sulla provincia dell’Aquila. Di questo si è parlato in una partecipata assemblea pubblica voluta dalla Filt Cgil provinciale alla presenza di lavoratori Tua e dei pendolari, compreso il comitato di pendolari L’Aquila –Roma già costituito, e al quale sono state invitate anche le istituzioni che si è tenuta nell’Hotel Canadian. Il problema,come ha ribadito anche in assemblea il segretario provinciale della Filt Cgil Domenico Fontana, è sempre il medesimo. Nella definizione dei servizi una delibera di giunta regionale ha previsto, come è noto, l’uscita dalla contribuzione dei servizi minimi di tutte le relazioni extraregionali verso Roma. «Diventa una relazione a mercato – ricorda Fontana – e le relazioni commerciali vengono portate fuori da Tua e affidate alla società partecipata Sangritana. Sarebbe bastato – dice –non fare la separazione societaria ma solo quella contabile. Siamo l’unica organizzazione – conclude – che sta contrastando con forza questa riforma». Pendolari aquilani e di Avezzano colpiti perché il vero salasso la riforma lo prevede sulla tratta L’Aquila –Roma con 800 mila km in meno e il 50% delle corse soppresse. E poi,ad oggi, nessuna certezza sui prezzi degli abbonamenti, sulle tariffe, sugli orari e il numero di corse. Per non parlare dei problemi già noti con mezzi a volte obsoleti come denunciato più volte dai pendolari stessi. Ma oggi il problema reale è che si rischia di non avere più servizi e di non riuscire neanche a salvaguardare l’occupazione degli autisti.