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Pescara, 24/07/2024
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Data: 22/04/2018
Testata giornalistica: Il Centro
La sfida dei seimila al gasdotto Snam. Tra i manifestanti anche il vescovo Fusco che fa suonare le campane. Tanti i sindaci del comprensorio e i rappresentanti istituzionali in piazza. In corteo da tutta Italia per sostenere la protesta. Dal Salento, a ritmo di Pizzica, al "No tubo" delle Marche e dell'Umbria. Le voci di chi si oppone alla realizzazione di centrale e metanodotto

SULMONA. In migliaia hanno attraversato la città per ribadire, per l'ennesima volta, il no alla centrale e al metanodotto della Snam. Seimila le persone, ma per gli organizzatori molte di più, che per tre ore hanno inondato le strade della città "armate" di cartelli, striscioni e bandiere, per poi chiudere la manifestazione a piazza Garibaldi dove il loro arrivo è stato accolto dai rintocchi a festa delle campane di San Francesco della Scarpa. Così ha voluto monsignor Michele Fusco, che ha sfilato accanto ai manifestanti arrivati da tutto l'Abruzzo e da diverse altre regioni italiane, da quei territori da tempo in prima linea nelle battaglie ambientaliste. Con il vescovo anche alcuni sacerdoti e un gruppetto di suore a testimoniare «la condivisione della Chiesa con le ragioni della protesta». Quattrocento le adesioni alla manifestazione, tra comitati, associazioni, sindacati, partiti e istituzioni. Tanti i sindaci presenti e accanto a loro anche diversi parlamentari abruzzesi, esponenti della Regione, con in testa il vicepresidente Giovanni Lolli, il sottosegretario Mario Mazzocca e il presidente del consiglio Giuseppe Di Pangrazio, nonché il presidente della Provincia Angelo Caruso. A far gli "onori di casa" il sindaco di Sulmona Annamaria Casini, in questi giorni alle prese con una nuova crisi politica al Comune, che ha parlato di una «battaglia di civiltà». Vistosa, invece, l'assenza proprio del gonfalone della città di Sulmona che alcuni consiglieri comunali hanno imputato forse al fatto di non poter disporre di vigili urbani perché tutti impegnati, in un modo o nell'altro, con la manifestazione. In realtà solo L'Aquila, Navelli e Frisa hanno inviato i loro gonfaloni al corteo, tra l'altro quasi nascosti dallo sventolio delle bandiere di ogni forma e colore. Un lungo serpentone, che, partito da viale Togliatti, ha attraversato poi tutto il centro storico. E ad attendere i manifestanti lungo il corso, anche gruppi di bambini anche loro con tanto di cartelli anti Snam. Tre ore di "cammino" al suono dei tamburi, dei sax e degli organetti. E poi i fumogeni colorati e i tanti slogan urlati lungo tutto il percorso. «La Valle Peligna combatte e non si arrende». E ancora: «Se la centrale Snam fa bene al territorio dovete costruirla a Montecitorio». E non è mancato il caloroso saluto del corteo a Mario Pizzola, protagonista di tante battaglie ambientaliste e anti Snam, ieri assente per problemi di salute. Una manifestazione che punta a riaprire la partita contro le decisioni assunte dal governo Gentiloni, a mandato già scaduto, così come hanno via via sottolineato tutti i rappresentanti dei comitati e delle istituzioni. A cominciare da Lolli e Mazzocca che hanno bollato il progetto Snam come «una vera follia». A piazza Garibaldi altri slogan e applausi per tutti, a cominciare da Augusto De Sanctis, del coordinamento "No hub del gas" che ha parlato di partecipazione straordinaria. Unico neo della giornata le scritte comparse sulle facciate di alcuni palazzi in centro. Un ragazzo campano, sospettato di essere l'autore di quelle scritte, si è rifiutato di fornire le sue generalità alle forze dell'ordine, in assetto anti sommossa, contro le quali sono partiti anche degli insulti. Ci sono stati momenti di tensione, ma la situazione è tornata subito sotto controllo. Un episodio dal quale gli organizzatori della manifestazione si sono prontamente dissociati.

In corteo da tutta Italia per sostenere la protesta. Dal Salento, a ritmo di Pizzica, al "No tubo" delle Marche e dell'Umbria. Le voci di chi si oppone alla realizzazione di centrale e metanodotto

SULMONA Serena Fiorentino con la sua maglietta verde "no tap", si commuove quando parla dei motivi del no alla centrale e al gasdotto, pensando «al futuro dei suoi figli». Percorrendo il corteo contro il senso di marcia, l'allegria torna subito protagonista appena ci si imbatte nel coloratissimo gruppo del "no tap Salento". «Ci siamo svegliati molto presto per essere qui», racconta Barbara Santoro a ritmo di Pizzica, «il territorio è dei cittadini e voi sulmonesi state dando una grossa lezione con questa mega manifestazione». Scorrendo le file colorate del corteo diventa impossibile non riconoscere che Sulmona sia diventata per un giorno l'ombelico delle lotte ambientaliste, Il crocevia delle battaglie dei vari movimenti, che si incrociano a Case Pente. In un fazzoletto di terra vicino al cimitero, dove il governo lo scorso 22 dicembre ha dato il via libera a costruire la centrale del gas. «Un'opera impattante e nociva», fa notare Riccardo Verrocchi, fra i condottieri del mega corteo, «contro cui da anni lottiamo, soprattutto grazie all'opera infaticabile di Mario Pizzola e dei Comitati». «Le opere impattanti da cui ci difendiamo sono diverse», aggiungono Mattia Candido e Caterina Montanaro del No tap Salento, «ma la matrice della battaglia è per forza di cose unica». Fra le centinaia di associazioni, movimenti, gruppi, scuole, collettivi, comitati, partiti, sindacati e coordinamenti che hanno aderito, c'è anche l'Anffas. «Noi siamo qui per la difesa dell'ambiente e del territorio», intervengono Emanuela Pasquali e Luigi Margiotta, «perché è giusto esserci anche per i disabili che non possono manifestare». Ne fanno una questione di vicinanza territoriale dal Comitato "No tubo" di Marche e Umbria, con Vittorio Nicolucci, Ferruccio e Aldo Cucchiarini, che urlano: «Noi la Snam non la vogliamo». Alla domanda sul perché rispondono che «il metanodotto è stato pensato più di dieci anni fa, e ora le fonti di approvvigionamento energetico si stanno sempre più allontanando dai carbon fossili». Per le stesse ragioni Ludovica Michi e Flavio Mandolini di Greenpeace Abruzzo sono arrivati da Pescara. «Non potevamo mancare», commentano con le loro t-shirt con logo dell'associazione Letizia Palombara e Silvia Basilavecchia, «questa è una battaglia che parte da Sulmona, ma che unisce tutta l'Italia». La percezione di una battaglia unitaria aumenta parlando con la signora Anna Corsini, che si è trasferita a Sulmona da Napoli. «Io qui ho investito i sacrifici di una vita», racconta, «mi sono trasferita per stare tranquilla e ora che ci faccio con la mia casa, chi la ricompra»?Al di là delle motivazioni ambientaliste, ricorre anche fra i manifestanti la preoccupazione per il deprezzamento di case e terreni, come fa notare il giovanissimo Lorenzo Pagliaro, che col megafono dà il "la" ai cori della testa del mega corteo.

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