SULMONA Gli organizzatori parlano di 12mila presenze, la questura ne dà molte di meno: certo è che non erano meno di 7mila ieri a Sulmona per la manifestazione No Hub del Gas. Contro il gasdotto, contro la centrale di Case Pente di Snam e più in generale contro la politica energetica che punta ai fossili anziché alle rinnovabili. Un fiume di gente come non se ne era mai vista a Sulmona a manifestare, con corso Ovidio che non conteneva capo e coda del corteo e la carovana che come un serpente partito da via Togliatti si è snodata lungo la Villa comunale e poi lungo il centro storico per finire la sua lunga marcia in una piazza Garibaldi riempita per oltre la sua metà.
CHI C'ERA
Ad aprire il corteo i comitati no Snam di Sulmona, con il collettivo AltreMenti: le radici della protesta che dura da quasi tredici anni e che dal febbraio scorso, dopo l'autorizzazione data dal Consiglio dei ministri a dicembre per la centrale, ha alzato il tiro e si è fatta voce regionale e nazionale. Così a seguire i comitati no Tap dalla Puglia, quelli no Tubo dalle Marche e ancora dall'Umbria, dal Lazio, dal Molise. In cammino per un territorio libero dagli «insediamenti inutili e dannosi», molti giovani, famiglie con bambini, militanti e attivisti, immigrati, gruppi politici e ancora le istituzioni: sessanta sindaci, la Regione e alcuni parlamentari e poi il vescovo Michele Fusco, in marcia anche lui «in difesa di questa terra e del Creato. E' necessario che la Snam- ha detto il capo della Diocesi- apra un confronto con le popolazioni locali. Se sostengono che la centrale non sarà impattante vengano a confrontarsi, a spiegarcelo. Certo è strano che lo dicano solo ora».
LA DIFESA
«Snam esprime rispetto e considerazione per tutte le legittime posizioni provenienti dai territori nei quali opera fa sapere in una nota l'azienda -, specie se espresse in modo civile e partecipato come oggi a Sulmona, e conferma la propria intenzione di dialogare e confrontarsi con cittadini e istituzioni locali per fornire maggiori chiarimenti, anche rispetto a informazioni non corrette circolate nelle ultime settimane, e per dimostrare l'utilità del proprio progetto per l'Abruzzo e l'Italia. Snam ribadisce che le proprie opere non comportano pericoli per la sicurezza e per la salute delle persone».
Ma il coordinamento No Hub non è dello stesso avviso: «La centrale produrrà 107,7 tonnellate di ossido di azoto- spiega Augusto De Sanctis citando i dati Snam- altro che centrali che puliscono l'aria. Tre camini pericolosissimi e dannosi specie in una zona, come la Valle Peligna, che ha un riciclo dell'aria scarso». La battaglia non è finita, «anzi è appena iniziata» dicono in molti. Battaglia politica e non solo: «Faremo valere il rispetto degli usi civici su cui dovrà passare il gasdotto- spiega Giovanni Lolli- la Regione farà di tutto per fermare quest'opera. Se la centrale è stata già autorizzata, cercheremo di fare in modo che sia inutile, non permettendo la realizzazione del gasdotto il cui iter di approvazione è ancora in corso. E senza gasdotto non potranno fare neanche la centrale, anche perché siamo pronti, nel caso, a denunciare tutto alla Corte dei Conti per aver speso soldi pubblici senza motivo». Il governo e il ministero, però, sembrano voler andare avanti senza ripensamenti: «Stanno accelerando per chiudere anche la partita del gasdotto- ha detto il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini- sono contenta che oggi ci sia stata tutta questa partecipazione che ci aiuta a sentirci meno soli e impotenti, così come mi sono sentita quando a dicembre per protesta ho rassegnato le mie dimissioni». E le migliaia di persone ieri scese in piazza lo hanno voluto gridare con determinazione a civiltà.
Un corteo pacifico e colorato, rovinato, ma neanche troppo, da un isolato episodio di scontro sul finire della manifestazione. Un giovane di Giulianova, infatti, che aveva imbrattato alcuni muri con scritte contro la Snam è stato fermato dalla polizia per essere identificato e da lì ne è nata una colluttazione che ha portato, inopportunamente, la polizia a fare anche un mini carica nella quale una donna è caduta a terra. Qualche minuto di tensione che poteva essere evitato e che alla fine si è risolta fortunatamente senza particolari conseguenze. Alla fine la giornata No Hub è stata una grande festa di partecipazione e democrazia, oltre che di lotta. «Una testimonianza di dignità e di coscienza civica».