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Pescara, 24/11/2024
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Data: 22/04/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Salto sotto al treno, non era un gioco

Sedici, interminabili secondi in bilico tra la vita e la morte. Tanto ha impiegato, a una velocità di circa 95 chilometri orari, il convoglio merci lungo 502 metri a transitare sopra il corpo supino tra i binari. Ma non era un gioco, come per giorni si è creduto: l'uomo di Pineto che il pomeriggio del 4 aprile è stato filmato alla stazione di Montesilvano, mentre con tre rapidi balzi e un perfetto tempismo raggiunge il binario su cui è in arrivo il treno carico di furgoni Sevel, voleva suicidarsi. Una brutta storia di disagio mentale amplificato a dismisura da problemi economici piuttosto seri e dagli immancabili contraccolpi familiari. In preda alla depressione più nera, quel pomeriggio voleva ammazzarsi e soltanto l'istinto di sopravvivenza lo ha spinto, in extremis, a sdraiarsi tra i binari quando ormai il treno era a pochissimi metri dal suo corpo immobile.
La verità, ricostruita dagli agenti della polizia ferroviaria di Pescara, guidati dall'ispettore Marco Di Santo, in giorni e settimane di meticolose indagini, non evita all'uomo, 53 anni, residente a Pineto, un buon impiego in una grande azienda e una bella famiglia, una denuncia per procurato allarme, interruzione di pubblico servizio e soprattutto attentato alla sicurezza dei trasporti, ipotesi che fa salire a oltre cinque anni di reclusione il rischio penale. Ma almeno sgombra dal campo il sospetto di una terribile moda, già diffusa in molti paesi del nord Europa, che amplificata dai social avrebbe potuto diventare virale.
LA COINCIDENZA
Invece le indagini, attraverso l'incrocio di più immagini televisive con le celle telefoniche dei protagonisti, hanno chiarito che il video girato da un ragazzo di appena 17 anni, soltanto per una coincidenza ha ripreso l'agghiacciante sequenza del salto contro il treno in corsa. Il minore, infatti, è soltanto un grande appassionato di treni e ferrovie e con il protagonista della scena non ha alcun punto di contatto. Anzi, una volta realizzato il tutto, mentre i macchinisti del merci arrestavano precipitosamente la marcia, si è precipitato a prestare soccorso all'uomo, che però si è subito dileguato. Altri filmati, e poi la deposizione del denunciato, hanno chiarito il resto: l'aspirante suicida era stato in stazione una prima volta intorno alle 14, senza trovare il coraggio di agire. È poi tornato alle 15,38 e alle 16,06 è scattato contro il treno merci in arrivo. Diversi testimoni lo hanno riconosciuto nelle foto mostrate dalla polfer. Adesso è in cura da uno psicologo.

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