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Data: 24/04/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Rivolta nella base grillina E i saggi: anche con i dem pericolo ingovernabilità

ROMA Sinossi, tabelle, note metodologiche, premesse. Ma nel contratto di governo di dieci punti il passaggio chiave tra le ventotto pagine, redatte dal prof Giacinto della Cananea si trova imboscato nel terzo capitolo, al quarto paragrafo: «Le divergenze che si sono ampiamente manifestate ben prima dell'ultima campagna elettorale, riguardano temi e problemi tra quelli più rilevanti per l'azione dello Stato, all'interno e all'esterno, e sono quindi tali da rendere ardua la formazione di un governo coeso». Avvertimento esplicito: rischio forte di ingovernabilità.
DOCUMENTO
Questo perché il documento pubblicato ieri sul blog delle Stelle è frutto di ottimismo orientato alla real politik. Anche il professore, coadiuvato da sei docenti, ne sottolinea il carattere mutevole e parla di «prima stesura». Successivamente Riccardo Fraccaro parlerà di testo base che però ha mandato in confusione gli attivisti che in quel testo non si sono ritrovati per niente.
Partiamo dalle convergenze. Su fisco spicca «l'inversione dell'onere della prova» che è, guarda caso, una convergenza perfetta tra M5S e Lega. Scritta e voluta dai loro commercialisti di riferimento, non è mai comparsa nel programma votato online e infatti è stata aggiunta dopo. Così come stranamente non compare il Tributo Unico Ambientale, l'imposta «sui consumi e sulle produzioni di beni e servizi». Fu votata, pensate un po' con quasi 20 mila clic. Ma la grande assente è lei: la flat tax, primo grande amore tra M5S e Lega, tra Toninelli e Giorgetti, tra Di Maio e il nord. Ebbene nella sinossi annacquatissima del professor Della Cananea di flat ci sono solo le proposte politiche del Movimento e dei suoi due amanti. E sulla pressione fiscale, tema epocale, i tre partiti vengono presentati come identici: vogliono «maggiore equità del fisco sul ceto medio». Una semplificazione necessaria, si dirà. Eppure il M5S ha sempre sostenuto la tassazione progressiva. Come si legge nel programma votato online, e poi «rivisitato graficamente», c'era la «riduzione della pressione fiscale privilegiando, nell'ottica di redistribuzione della ricchezza, le fasce di contribuenti medio-basse, i nuclei familiari monoreddito e con più componenti e le diversità territoriali del Paese».
Nel contratto non c'è la lotta alla corruzione e nemmeno il conflitto di interessi, non un'analisi su Jobs act e politiche sull'immigrazione. Gli attivisti M5S lo hanno notato e protestano bocciando così l'estenuante trattativa che va avanti da 50 giorni e soprattutto la sconfitta in Molise. Ecco il tenore dei commenti sul blog: «Come abbiamo fatto a perdere in Molise con il 31% quando il 4 marzo abbiamo preso il 44%?», oppure: «Facciamo la corte alla Lega e al PD insieme, diciamo no a Berlusconi ma poi accettiamo un suo appoggio esterno. Non parliamo più da secoli del reddito di cittadinanza, della Fornero, siamo diventati europeisti e pro Nato...Basta!». Un altro iscritto chiede di tornare presto alle urne, e un altro ancora vuole votare online le alleanze. Scompare infatti il reddito di cittadinanza e magicamente tutti e tre i partiti vogliono «politiche attive, sostegno al reddito e riforma dei centri per l'impiego».
Sono convergenze, quelle scoperte da Della Cananea sorprendenti: sul fronte infrastrutture spunta un M5S favorevole all'alta velocità. Poi ci sono quattro spie rosse, quattro temi di fondamentale importanza che non sono entrati nel contratto. La giustizia penale, i vaccini, l'europeismo e gli accordi internazionali e commerciali: il M5S è ancora contro il Ceta e il Ttip? E infine la legge Fornero, il sistema pensionistico, il vero termometro di una visione politica futura. Ecco, non compare da nessuna parte. Compare solo per dire che qui le divergenze sono enormi con il Pd e quindi il tema è volutamente rimosso. Spiega il professor Leonardo Morlino della Luiss che ha fatto parte del comitato di Della Cananea: «La si può considerare ingiusta quanto si vuole ma la Fornero è pressoché intoccabile perché in Italia abbiamo un alto debito pubblico. In Germania nel contratto alla tedesca hanno scritto nero su bianco un aumento della spesa pubblica del 2,4 sul Pil, ma loro possono».
Il Pd è per «alcune rettifiche». Le altre due forze politiche, M5S e Lega, sono per modificare la legge Fornero. Sì, la stessa che è stata posta come priorità assoluta ieri sul blog da Di Maio prima di augurare buon viaggio a Matteo Salvini e dirgli dunque tra le righe «Arrivederci».

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