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Pescara, 24/11/2024
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Data: 24/04/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Pd, ipotesi referendum tra D'Alberto e Cavallari. Al vaglio del partito la consultazione degli iscritti per la scelta del candidato

TERAMO Da soli o con uno tra Giovanni Cavallari e Gianguido D'Alberto scelto dagli iscritti. Il Pd ha affrontato l'incontro di ieri sera, annunciato come decisivo per la scelta della strategia da seguire nelle elezioni del 10 giugno, con una sola certezza: l'unità del centrosinistra è un'equazione impossibile.Fino all'ultimo, nonostante le sue reiterate dichiarazioni in senso opposto, il partito ha atteso un segnale da parte di Cavallari che riaprisse sebbene in extremis le primarie. Dal candidato sindaco di "Bella Teramo" quel cenno che avrebbe tolto le castagne dal fuoco ai Dem, rinviando la scelta su chi sostenere tra lui e D'Alberto alla consultazione preventiva degli elettori della potenziale coalizione, non è arrivato. La presenza, sebbene a titolo personale, del segretario provinciale Gabriele Minosse e di altri dirigenti sabato mattina alla presentazione di Cavallari non ha rasserenato gli animi tra i Democratici che non ammettono forzature il quella direzione. Meglio dunque promuovere un referendum tra gli iscritti per verificare il gradimento della base nei confronti di uno dei due candidati d'area già in corsa e schierare di conseguenza il partito. Rispetto alle primarie la consultazione sarebbe limitata ai circa 400 tesserati del Pd e potrebbe essere organizzata in tempi molto più rapidi, entro domenica. Il referendum impegnerebbe i Dem a rispettarne il risultato al di là dell'orientamento dei blocchi più vicini a D'Alberto o Cavallari. Il rischio della spaccatura, comunque, c'è sempre e per evitarla o limitarne gli effetti l'unica strada percorribile sarebbe quella della corsa autonoma. L'attenzione nei giorni scorsi è stata concentrata sull'investitura della giovane avvocato Alessia Cognitti, consigliera di amministrazione di Ruzzo Reti, come alternativa nel caso di affossamento definitivo delle primarie. Questo, dunque, resterebbe lo sbocco più accreditato al di là dell'ipotesi referendum per schierarsi con Cavallari o D'Alberto. C'è però anche la possibilità che il partito vada su un altro nome, quello di una personalità cittadina con cui sono stati avviati contatti e sarebbe disposto a guidare il partito nella corsa autonoma per il Comune. Non sono emersi altri dettagli dalla riunione a cui hanno partecipato, oltre ai componenti della segreteria provinciale, espressione della maggioranza uscita vincitrice dal congresso dello scorso ottobre, il commissario dell'Unione comunale Sandro Mariani, l'assessore regionale Dino Pepe, il consigliere Luciano Monticelli e gli ex consiglieri comunali Alberto Melarangelo, Maurizio Verna e Flavio Bartolini. C'era anche il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino che nella prima fase del confronto con i potenziali alleati aveva ricevuto dal partito un mandato esplorativo come candidato sindaco incaricato di trovare convergenze sul suo nome. Fallito questo tentativo, per l'indisponibilità di Cavallari e D'Alberto a rinunciare alla corsa per schierarsi direttamente con i Dem, il Pd è rimasto in attesa che tra loro due si trovasse un'intesa a favore dell'uno o dell'altro. La possibilità di candidare comunque Di Sabatino è riemersa anche nei giorni successivi, nonostante il passo indietro compiuto dal presidente della Provincia e quando è arrivato il no definitivo da parte del rettore Luciano D'Amico, ma senza riprendere davvero quota nel momento in cui il partito ha messo la barra in direzione di una candidatura giovane, destinata a tenere a galla la barca e fare rotta verso il futuro con prospettive migliori rispetto alle attuali.

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