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Pescara, 24/07/2024
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Data: 25/04/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il 25 aprile - Mattarella onora gli eroi abruzzesi. Lungo l'itinerario presidenziale: «Ecco, quella è casa Troilo»

PESCARA Sarà un omaggio ai patrioti della Brigata Majella, la formazione partigiana nata a Casoli nel 1943, unica ad aver ricevuto la medaglia d'oro al valore militare, e più, in generale, al movimento resistenziale in Abruzzo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per celebrare il 25 aprile salirà sull'Appennino, in provincia di Chieti, teatro di guerra, fra il 1943 al 1945. La visita ufficiale del Capo di Stato, un viaggio della memoria della resistenza (non solo armata ma anche umanitaria) d'Abruzzo e d'Italia, nei luoghi lambiti dalla linea Gustav, la principale linea difensiva tedesca sul fronte meridionale, comincerà a Taranta Peligna, con l'omaggio al Sacrario della Brigata Maiella. Per la seconda volta e dopo 17 anni dall'allora presidente Ciampi, un capo di Stato, raggiungerà la chiesetta, sospesa sulla roccia, per ricordare il gruppo patrioti volontari, che, forte di oltre 1.500 uomini, lottò nell'intera campagna d'Italia.
Nel piccolo comune dell'Aventino, Mattarella arriverà in auto, dopo essere atterrato, alle 10, con l'elicottero, a Lama dei Peligni. Dopo la deposizione della corona d'alloro al Sacrario militare, alla presenza delle autorità locali, il presidente raggiungerà Casoli per l'evento celebrativo del 73esimo anniversario della Liberazione (Teatro comunale, ore 11,15). Sempre a Casoli, Mattarella visiterà il castello Ducale, dove il 5 dicembre 1943 si costituì su iniziativa dell'avvocato Ettore Troilo, proprio la Brigata Maiella e il settecentesco palazzo Tilli, dove visiterà le cantine e l'esterno della dependance, che furono, dal 1940 al 1943, i campi di internamento 2 e 3 di Casoli. La partenza per Roma è prevista dal campo sportivo di Palombaro, dove prima il presidente pranzerà in forma privata. L'epopea della Brigata Maiella non è un caso isolato nella storia della lotta partigiana abruzzese.
Accanto ai patrioti guidati da Ettore e Domenico Troilo, poco più nord, in provincia di Teramo, si assiste ad un altro unicum. A oltre mille d'altitudine, sull'Appennino tra Abruzzo, Lazio e Marche, in località Bosco Martese, il 25 settembre 1943, si consuma la prima battaglia in campo aperto della Resistenza nazionale. Qui antifascisti, militari stranieri, perfino ragazzini, poco più che adolescenti, guidati da un carabiniere, il capitano Ettore Bianco, sconfiggono i nazisti, in quella che è ritenuta dagli storici la prima battaglia della guerra partigiana. Le origini? Alcune settimana prima, quando a Teramo, viene disarmato il convoglio della Wehrmacht che sta risalendo lo Stivale. A guidare l'imboscata, organizzata con un gruppo di studenti, operai e impiegati, è proprio Ettore Bianco (decorato con la medaglia d'argento al valor militare). Lo sparuto manipolo di rivoltosi si trasferirà subito dopo in montagna. A Bosco Martese arrivano alla spicciolata militari, che portano le armi sottratte alle caserme ormai allo sbando, semplici cittadini, operai, studenti, gruppi antifascisti. Quando i tedeschi scoprono che sulle montagne c'è persino un cannone, sui sentieri che salgono verso Bosco Martese si materializza una colonna della Wehrmacht composta da una trentina di camion. La battaglia durerà tre ore, i tedeschi battono in ritirata e lasciano sul campo 50 morti. I partigiani sanno che i soldati torneranno con forze più consistenti. Alla battaglia seguirà una rappresaglia, che costerà altre nove vite. È così che quell'armata improvvisata, decide di sciogliersi per dare vita a piccoli gruppi partigiani. Poco più a sud i patrioti della Brigata Maiella, si preparavano a risalire la penisola. Tutti pronti alla lotta, per la libertà.

Lungo l'itinerario presidenziale: «Ecco, quella è casa Troilo»

CASOLI Il tricolore, di venti metri, dalla torre del castello feudale occhieggia a tutta la vallata. Migliaia di bandiere, di ogni grandezza, rivestono le strade, le case, i negozi, i bar: è un tripudio di verde, bianco e rosso. Operai al lavoro ovunque, telecamere che sbucano da tutte le parti, poliziotti che definiscono il percorso. Casoli trafelata, si è rifatta il maquillage per l'arrivo, stamane, del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, in questo angolo d'Abruzzo, ha scelto di celebrare il 73esimo anniversario della Liberazione. «Un paese concitato. E' la prima volta - dice Pietro Belfatto - che un capo dello Stato ci onora della sua presenza. E' motivo d'orgoglio». «E' una visita speciale- aggiunge Filippo Travaglini, ex preside, e sindaco di Casoli negli anni 70- anche perché verrà reso omaggio alla Brigata Maiella che, ricordiamolo, è nata qui, il 5 dicembre del 43. Allora - racconta - avevo 13 anni e andavo in strada a giocare. Guardi quel portone verde in via Umberto I... Lì c'era la casa del comandante Ettore Troilo. Io li vedevo quei giovani, il primo gruppo di partigiani, di 20-25 anni, con la bandoliera cachi e i fucili, spesso fermi sul marciapiede, davanti a quell'abitazione. Da cui un giorno uscirono, insieme, Troilo, che indossava un basco grigio, e il maggiore Lionel Wigram che fu colui che, qualche mese più tardi, nel gennaio 44, permise l'aggregazione del gruppo di combattenti della Brigata Maiella alle truppe alleate, all'VIII Armata».
L'ex primo cittadino fa un po' da guida, sull'itinerario che sarà seguito da Mattarella. Che, in forma privata, raggiungerà il castello ducale, dove saranno gli studenti dell'istituto comprensivo De Petra e quelli dell'Algeri Marino a fargli da cicerone e ad introdurlo nella mostra sulla guerra. Poi, guidato da Vito Gironda e dal ricercatore dell'Università di Biefeld, in Germania, Giuseppe Lorentini, farà un giro nei posti che, tra l'8 luglio 40 e il 1945, erano campi di concentramento: tra via Borrelli, su cui campeggia un Io non dimentico, e Vico del Fiore, dove c'è la dependance di Palazzo Tilli che ospitava gli internati. Questi ultimi hanno un loro luogo nella Piazza della Memoria, dove c'è una lapide con tutti i nomi e dove, per quest'occasione, è stata posta un'installazione con i volti e alcuni documenti dei confinati.
I preparativi fervono. In municipio l'Anpi, con la presidente Piera Della Morgia, slarga alcuni manifesti: «Il presidente della Repubblica onora il popolo d'Abruzzo, la sua storia, i suoi patrioti». Mentre il sindaco, Massimo Tiberini, insieme all'assessore Andrea Di Fabio, danno indicazioni per la cerimonia ufficiale prevista in un blindatissimo cine-teatro. Mattarella sarà accolto da circa 300 allievi delle scuole e dalla banda Città di Casoli. Alcuni ragazzi di Abruzzo e Molise gli consegneranno La Costituzione raccontata dai bambini, un calendario illustrato con disegni. Anche l'amministrazione civica ha preparato alcuni regali: un pacchetto con i libri Casoli 5 dicembre. Ettore Troilo e la Brigata Maiella, Il castello di Casoli e Storia di Casoli in tre volumi. Poi ci sarà un cesto di prodotti tipici, con le produzioni del territorio, a partire dall'olio intosso, monovarietale, riconosciuto presidio Slow Food; e ancora birra artigianale, vino, formaggi, salumi e tartufo.

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