Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.934



Data: 25/04/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Def in arrivo, restano gli aumenti Iva

ROMA Il testo è pronto, come ha spiegato ieri il viceministro dell'Economia Enrico Morando. Ma la decisione ultima sull'approvazione del Documento di economia e finanza la prenderà nelle prossime ore Paolo Gentiloni. Spetta a Palazzo Chigi decidere quando inserire la discussione del testo nell'ordine del giorno del Consiglio dei ministri. La prima finestra si apre già domani, in una riunione che comunque dovrebbe occuparsi anche di Alitalia. A meno di una reale svolta circa la possibilità di dar vita ad un nuovo esecutivo, quella dovrebbe essere l'occasione giusta, visto che la scadenza di legge in Italia è stata già superata - era il 10 aprile - mentre quella europea (il Def contiene al suo interno il Programma di Stabilità da inviare a Bruxelles) è fissata al 30 aprile. La commissione già da alcune settimane ha chiarito di essere pronta a mostrarsi elastica, ma dal punto di vista italiano ha senso prendersi qualche giorno in più solo se servisse davvero a passare la mano ad un nuovo esecutivo con pieni poteri.
Dunque con tutta probabilità quello che vedrà la luce sarà un documento piuttosto atipico rispetto a quelli degli anni scorsi: il quadro macroeconomico e quello di finanza pubblica saranno solo tendenziali mentre mancheranno le corrispondenti tabelle programmatiche.Per quanto riguarda le stime sulla crescita potrebbero essere limate all'ultimo momento per tener conto dei recenti segnali non del tutto favorevoli (da ultimo i dati sulla fiducia di consumatori e imprese resi noti ieri dall'Istat, in calo). Sul versante dei conti pubblici le grandezze tendenziali, a legislazione vigente, dovrebbero coincidere di fatto con gli obiettivi programmatici dell'ultima legge di Bilancio, ovvero un rapporto deficit/Pil all'1,6 per cento nel 2018, allo 0,9 per cento nel 2019 e allo 0,2 l'anno successivo. Anzi, il quadro lasciato in eredità dal governo Gentiloni sarebbe anche leggermente migliore, il che potrebbe anche semplificare la partita da giocare nel mese di maggio con la commissione.
AFFARI CORRENTI
Ministero dell'Economia e Palazzo Chigi si atterranno al proprio ruolo di esecutivo in carica per il disbrigo degli affari correnti anche per quanto riguarda il tema di politica economica più spinoso, ovvero gli aumenti Iva che in base alla legislazione vigente scatteranno nel 2019, per poi proseguire con ulteriori gradino fino al 2021: l'aliquota ordinaria passerebbe dall'attuale 22 al 25 per cento. Il gettito teoricamente atteso da questa stretta contribuisce al conseguimento dei risultati di finanza pubblica e dunque nel testo non ci sarà alcun impegno circa la sostituzione di queste entrate con altre misure. Verrà però riepilogato quanto avvenuto negli ultimi anni, in cui le clausole di salvaguardia sono state regolarmente disinnescate (con l'eccezione del 2013). Una scelta coerente con l'approccio dell'Unione europea che già da un po' ha preso atto della natura teorica di questi aumenti e quindi non li considera nelle proprie stime.
Toccherà al prossimo esecutivo intervenire nella prossima legge di bilancio, specificando quali riduzioni di spese o aumenti di altri tributi possano garantire i 12,5 miliardi necessari per il 2019 e i 19,2 che verrebbero a mancare l'anno successivo. Su questo punto, durante la campagna elettorale, le forze politiche non hanno dato indicazioni particolarmente precise, limitandosi a fare riferimento al taglio degli sprechi.
Il Documento di economia e finanza, che non è una legge, dopo la trasmissione in Parlamento sarà esaminato nelle commissioni speciali costituite da Camera e Senato: l'iter si concluderà con il voto di risoluzioni contenenti impegni per il governo.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it