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Data: 26/04/2018
Testata giornalistica: Il Fatto Quotidiano
Scioperi, nuovo regolamento: “Intervallo minimo di 20 giorni tra agitazioni che fermano bus e metropolitane”

Il garante degli scioperi, in via sperimentale, introduce un paletto che dovrebbe "riequilibrare l’eccessiva compromissione del godimento dei diritto dei cittadini alla libertà di circolazione". Il presidente dell'autorità: "Troppe astensioni dal lavoro di venerdì e lunedì. E colpiscono in modo più pesante i cittadini meno abbienti che non possono permettersi il taxi"

L’intervallo tra uno sciopero e l’altro “può configurarsi quale prestazione indispensabile a garantire, nel suo contenuto essenziale, i diritti degli utenti”. Parte da questa considerazione il nuovo regolamento provvisorio del Garante degli scioperi nei servizi pubblici. Che raddoppia, da 10 a 20 giorni, la distanza minima tra due agitazioni nel trasporto pubblico locale. “Gli scioperi non vengono eliminati: se ne possono proclamare di meno”, spiega il presidente dell’autorità garante Giuseppe Santoro Passarelli intervistato da Il Messaggero. “La norma sarà in vigore con la notifica alle parti sociali, entro una decina di giorni, e riguarda solo il trasporto pubblico: autobus e metropolitane. In questo settore da anni si registrano troppi scioperi, spesso di venerdì o lunedì“. Contrari i sindacati, che parlano di “censura” e “imposizione”.

Infatti associazioni datoriali del trasporto pubblico locale e sigle sindacali avevano trovato un accordo su un nuovo regolamento, che la Commissione ha valutato nel complesso positivamente. Ma all’articolo 11 il Garante sottolinea che “non si può esprimere una valutazione di idoneità relativamente alla formulazione della regola della cosiddetta rarefazione oggettiva che individua nella misura di 10 giorni l’intervallo che deve intercorrere tra due azioni di sciopero”, perché “si ritiene essenziale individuare soluzioni adeguate a riequilibrare l’eccessiva compromissione del godimento dei diritto dei cittadini alla libertà di circolazione“.

“Gli scioperi ripetuti colpiscono in modo più pesante i cittadini meno abbienti che non possono permettersi il taxi e aumentano a dismisura le difficoltà delle nostre città”, evidenzia Passarelli. La precettazione è “uno strumento è eccezionale. Usandolo senza misura può essere annullato dal tribunale amministrativo“. Con il nuovo regolamento invece, secondo il docente di diritto del lavoro, “si asciugherà il fenomeno delle agitazioni che, legittimamente sia chiaro, quasi sempre vengono indette da sindacati con pochi iscritti“. Inoltre “scatterà un freno anche all’effetto annuncio: non posso dimenticare – come Garante – che pochi mesi fa una grande città italiana è andata in tilt per uno sciopero dei trasporti pubblici indetto da un sindacato che aveva un solo iscritto“.


“Invece di apprezzare l’accordo raggiunto tra le parti sociali il presidente Passarelli e la Commissione di Garanzia hanno scelto la strada della censura e della imposizione”, commentano Vincenzo Colla, segretario confederale Cgil, e Alessandro Rocchi, segretario generale della Filt. Secondo le due sigle si tratta di pronunciamenti “non conformi alla figura di garanzia della commissione” dal momento che l’Autorità ha deliberato “in maniera unilaterale” l’allungamento a 20 giorni (anziché 10) dell’intervallo di sciopero, “pensando che un semplice calcolo ragionieristico possa mettere freno ad un complicato argomento di discipline giuridiche e costituzionali”. I sindacalisti assicurano perciò che la Cgil “difenderà in tutte le sedi il diritto di sciopero”. “Meglio sarebbe stato”, secondo le sigle, “sollecitare il nuovo Parlamento ad approvare una legge sulla Rappresentanza sindacale attingendo agli accordi interconfederali già siglati, e magari, mediante preventiva sottoscrizione di un avviso comune con le parti sociali, già felicemente sperimentata in altri casi di regolamentazione”.

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