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Data: 26/04/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Trasporti, addio scioperi a ripetizione. Il garante aumenta da 10 a 20 giorni la pausa necessaria fra un'agitazione e l'altra. E i sindacati adesso protestano

ROMA Addio scioperi a raffica di metro e bus. Molto presto la «tregua» tra un'agitazione sindacale e l'altra dovrà essere di almeno venti giorni e gli utenti dovranno essere informati sui rischi che corrono realmente di non riuscire a prendere i mezzi pubblici in caso di stop. Sono le principali novità che la Commissione di garanzia sullo sciopero ha introdotto all'accordo raggiunto, dopo 16 anni di mancate intese, fra le associazioni datoriali del trasporto pubblico e le organizzazioni sindacati. Il Garante Giuseppe Santoro Passerelli spiega che «l'obiettivo è porre un limite al fenomeno degli scioperi a rotazione», ma i sindacati insorgono sia a causa delle modalità con cui è stata presa la decisione, sia per il suo contenuto. Il nuovo regolamento, definito «provvisorio» dallo stesso Passarelli, ma che resta in vigore fino a successivo ed eventuale accordo tra le parti, è in corso di emanazione ma si basa su una delibera di marzo della Commissione dalla quale è possibile ricavare le parti salienti. È proprio scorrendo la delibera che si evince come sia stata la stessa Commissione a invitare le parti a sedersi attorno a un tavolo per concordare una nuova disciplina vista la «sempre maggiore frammentazione sindacale che ha comportato un incremento significativo delle azioni di sciopero». Dopo molti mesi di discussione le parti sono finalmente arrivate a un accordo, nel complesso accolto dalla Commissione, che però ha deciso di inserire anche alcuni importanti elementi di novità. La prima è proprio quella del raddoppio dell'intervallo tra un'agitazione e l'altra, portato da dieci a venti giorni per garantire «i diritti degli utenti» e «riequilibrare l'eccessiva compromissione del godimento dei diritto dei cittadini alla libertà di circolazione». Una novità, questa, che non potrà che ridurre il numero di agitazioni, come ha spiegato Santoro in un'intervista al Messaggero: «Si asciugherà - ha argomentato - il fenomeno delle agitazioni che quasi sempre vengono indette da sindacati con pochi iscritti». La nuova norma, attacca però Antonio Piras, segretario generale della Fit-Cisl, potrebbe rivelarsi un vero e proprio boomerang, perché «non agisce sulle cause dei problemi ma sugli effetti» e quindi «non dimezzerà gli scioperi ma inasprirà il conflitto. Molto probabilmente il sentimento di disagio che scaturirà fra i lavoratori del settore farà nascere ancora nuovi sindacati». Dure critiche arrivano anche da Cgil e Filt che accusano la Commissione di avere scelto la strada della «censura e dell'imposizione», agendo «in maniera unilaterale» e «non conforme» alla sua figura di garanzia», e aggiungendo che non si può pensare che «un semplice calcolo ragionieristico possa mettere freno ad un complicato argomento di discipline giuridiche e costituzionali». La seconda novità è relativa alle informazioni che le aziende coinvolte in uno sciopero dovranno dare ai loro utenti: in particolare, dovranno fornire i dati sull'adesione alle ultime agitazioni delle sigle sindacali che hanno indetto lo stop, per far capire quali reali rischi i cittadini corrano di non riuscire a prendere il bus o la metro.

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