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Pescara, 24/11/2024
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Data: 28/04/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
D'Alfonso non molla «Ecco perchè resto»

PESCARA «Quello di ieri è stato solo uno snodo della procedura - dice Luciano D'Alfonso -, io ho ancora il diritto di opzione nei tempi previsti dalla legge è ho intenzione di esercitarlo». Il senatore-governatore non si muove da lì, forte anche del voto favorevole con cui la Giunta delle elezioni della Regione ha rinviato la questione della incompatibilità del doppio mandato al consiglio regionale fissato per il 3 maggio prossimo.
Le opposizioni lo incalzano: «Non puoi continuare a restare seduto su due poltrone», tuonano Lorenzo Sospiri e Mauro Febbo. Lui insiste: «Il 3 maggio proverò a parlare solo di diritto, venite ad ascoltare il mio discorso in Consiglio regionale». Ribadendo, sostanzialmente, che la decisione finale spetta alla giunta delle elezioni del Senato (per altro ancora da costituire assieme alle 14 commissioni permanenti), ma fornendo un'altra notizia a proposito: «Ieri è partita la procedura della Regione, nelle prossime settimane partirà quella del Senato». Insomma, ci siamo quasi ma solo per l'avvio dell'iter di Palazzo Madama che potrebbe durare anche molte settimane. Nel frattempo D'Alfonso continuerà a svolgere le funzioni di governatore e di Senatore, anche se per le opposizioni la questione è soprattutto di opportunità politica. «Io non spreco il mio tempo - replica l'interessato -, la clessidra non scorre a vuoto. Ho ancora delle cose da fare, degli atti da concludere su mandato degli elettori ricevuto nel 2014. Poi, grazie a una legge elettorale molto generosa, sono stato eletto anche senatore». La sostanza è sempre quella: D'Alfonso lascerà la Regione, per passare la staffetta al suo vice Lolli, solo all'ultimo istante utile, quando il Senato gli chiederà con un atto ufficiale di optare. Febbo e Sospiri tornano ad incalzarlo: «Continui a forzare la Costituzione, le leggi e i regolamenti pur di restare su due poltrone con l'intento di decidere tutto per tutti».
Nel frattempo, sempre a detta dei due esponenti di Forza Italia, in Regione «è il caos». Il riferimento è al rischio di disimpegno dei fondi europei destinati allo Sviluppo rurale (circa 25 milioni); agli aumenti dei canoni idrici, fino al 40%, che graverebbero sulle spalle degli agricoltori del Consorzio di bonifica; alla vicenda dei fondi Fesr e Fse: «Spesi a livello di pochi decimali- incalzano i due-, mentre gli uffici si rifiutano di fornire le rendicontazioni, costringendoci ad agire per vie legali». Una situazione ribaltata rispetto a quella del 2014, quando la maggioranza di centrodestra fece di tutto per prolungare di altri sei mesi la consiliatura mentre oggi si chiede a D'Alfonso di dimettersi per consentire il ritorno alle urne in tempi brevi. In quella circostanza, in realtà, sia il governatore Chiodi che alcuni esponenti di Forza Italia, tra cui gli stessi Febbo e Sospiri, si dissero contrari al prolungamento della legislatura. Altri spinsero invece per spostare a primavera inoltrata il voto che si sarebbe dovuto tenere nel mese di gennaio, per agganciarlo alle europee.

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