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Pescara, 24/07/2024
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Data: 29/04/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Intervista a Annamaria Furlan (*) «Ma noi ci stiamo già rinnovando, la politica ancora no. Quanto al rapporto con la politica, la Cisl, per quanto ci riguarda, non ha mai fatto da sponda a partiti o governi»

L'onda populistica ed antisistema, la lunga fase di delegittimazione delle istituzioni e dei corpi intermedi, non sono riuscite ad erodere il consenso ed il radicamento del sindacato confederale. Ha ragione Luca Ricolfi a cogliere su Il Messaggero questo dato significativo. Lo dimostra anche la partecipazione straordinaria in questi giorni alle elezioni delle Rsu nel pubblico impiego, nella scuola, nelle università e nella ricerca, con punte del 90% nelle regioni del Sud. Ma ancor più significativo è il grado di consenso e di fiducia per i sindacati confederali che sfiora in tutti i settori l'80%.
La Cisl è poi l'organizzazione che complessivamente è cresciuta di più in tutti i comparti pubblici e nella scuola, intercettando anche il consenso di tanti lavoratori non iscritti al sindacato. Un fatto che premia la bontà di una linea sindacale riformista, contrattualista e soprattutto concreta. La società civile ha, dunque, molto da insegnare ai partiti ( che invece oggi fanno fatica a dare un governo stabile al paese) ed a quanti hanno predicato in questi anni il bisogno di mettere nell'angolo i corpi intermedi.
E' chiaro che anche noi dobbiamo fare di piu' per interpretare i bisogni dei giovani. Ma noi siamo cambiati in questi anni proprio ripartendo dal basso, dai posti di lavoro e dai nostri iscritti. Per questo il sindacato rimane oggi uno dei pochi soggetti in grado di aggregare le persone, combattere l'individualismo e la solitudine di massa che sembra caratterizzare la nostra società. Lo dimostrano le migliaia di vertenze e di accordi nazionali ed aziendali innovativi che ogni anno concludiamo in tutti i settori produttivi. A chi si rivolgono i più deboli della società se non alle nostre sedi nei territori, nelle categorie, ai nostri enti di servizio come i patronati, per avere anche una assistenza moderna, efficiente e gratuita? Ed anche nel settore della Gig economy deve essere sempre più la contrattazione ad approntare tutele salariali e normative per i lavoratori, come nel caso di Foodora, che rischiano di essere in balia di regole selvagge, solo aziendali. La via associativa è quella che produce i migliori risultati per i bisogni dei lavoratori attraverso la rappresentanza nelle categorie.
Quanto al rapporto con la politica, la Cisl, per quanto ci riguarda, non ha mai fatto da sponda a partiti o governi. Noi ci confrontiamo con tutti gli interlocutori istituzionali e le associazioni imprenditoriali, sulla base delle nostre idee programmatiche, approvate con trasparenza nei nostri organismi democratici.
Non amiamo i salotti televisivi ed abbiamo superato nei fatti anche le vecchie ritualità di cui parla Ricolfi. E sarebbe davvero lungo elencare i casi in cui la Cisl ha sfidato una linea sindacale antagonista, i conformismi salottieri di chi preferisce un movimento dei lavoratori arroccato su posizioni conservatrici e populistiche, come è accaduto per esempio nel caso Alitalia. La partecipazione è oggi il terreno ideale per le parti sociali per reintermediare.Ecco perché misureremo sul campo la volontà di tutte le forze politiche di aprire concreti spazi di democrazia economica in tutti i luoghi di lavoro, pubblici e privati, a partire da una legge di sostegno alla partecipazione organizzativa ed anche azionaria dei lavoratori, introducendo la presenza dei rappresentanti eletti dai lavoratori nelle sedi dove si decide il destino delle aziende, come avviene in Germania o negli Stati Uniti.
Dopo tanti anni pensiamo che sia arrivato il momento giusto per mettere alla prova chi è davvero riformista e chi lo è solo a parole.

(*) Segretaria Generale Cisl

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