TERAMO - L'intesa per un centrodestra unito alle elezioni comunali di Teramo del 10 giugno prossimo, solo pochi giorni fa sembrava molto difficile: nel pomeriggio a sorpresa in una nota la Lega Salvini-Abruzzo ha annunciato l'appoggio al cadidato sindaco Giandonato Morra, ex assessore regionale sul quale c'era la convergenza del suo partito, Fratelli d'Italia, e di Forza Italia.
Quindi la coalizione correrà unita. Ma non à stato facile.
"I vertici regionali e provinciali della Lega Salvini Abruzzo, consapevoli del delicato momento politico e coerenti con l'azione del Segretario Federale Matteo Salvini, scelgono l'unità del centrodestra con lo scopo di portare alla vittoria la coalizione attraverso un'azione propositiva e di controllo - scrivono i dirigenti -. La Lega si pone al servizio della città di Teramo ed in ascolto dei cittadini, con donne e uomini pronti a battersi per dar vita alla rivoluzione del buonsenso, avviata in tutta Italia da Matteo Salvini".
"Dopo aver valutato le diverse proposte programmatiche - ha dichiarato il segretario cittadino di Lega Salvini Premier Roberto Canzio -, la Lega ritiene di aderire alla proposta di candidatura di Giandonato Morra sostenuta da Fratelli d’Italia, Forza Italia e altre liste civiche di centro destra, pur ribadendo il proprio ruolo di controllo rispetto al programma elettorale della coalizione. Nei prossimi giorni - ha concluso Canzio - incontreremo il candidato sindaco per ribadire la nostra ferma volontà di inserire nel programma alcuni punti strategici per la risoluzione di problematiche che sono assolutamente prioritarie per la città".
Proprio nel giorno della riappacificazione spuntano fuori retroscena che fanno capire quanti ostacoli sono stati superati perché il centrodestra potesse provare a ranghi completi a riconquistare il Comune dopo la caduta dell'amministrazione guidata da Maurizio Brucchi di Forza Italia.
Le frizioni si sono registrate proprio tra gli azzurri e la Lega, con quest’ultima che, forte del risultato delle politiche del 4 marzo scorso, prova ad imporre veti al resto della coalizione, in particolare sulla candidatura dell’ex assessore regionale ai trasporti Morra.
Tanto che il partito di Salvini ha pensato anche a corre da sola. Secondo alcuni retroscena, confermati da rumor s negli ambienti politici, a determinare gelo e tensioni tra i due partiti ci sarebbero state alcune questioni personali tra gli ex esponenti di Alleanza nazionale, oggi pressoché in massa con la Lega, e Morra, ex Mmovimento sociale ed ex An: soprattutto c’è chi dice che sarebbe stato il rapporto incrinato tra l'ex assessore regionale e il coordinatore provinciale di Teramo della Lega Piero Fioretti, ad aver impedito finora l’affermazione di accordo.
Nel ricompattamento ha influito il guado difficile nel centrosinistra: il Partito democratico, tramontata l'ipotesi di presentare un candidato forte come il rettore Luciano D'Amico, e ancora tramortito dall'esito disastroso, anche a Teramo, delle politiche del 4 marzo, ha deciso di far scegliere ai propri tesserati chi appoggiare alle prossime elezioni amministrative tra Giovanni Cavallari, ex Pd, fortemente voluto dall’ex parlamentare Tommaso Ginoble e Gianguido D’Alberto, ex capogruppo Pd al Comune, entrambi a capo di formazioni "civiche".
Le consultazioni sono avvenute ieri, e l'auspicio degli organizzatori, non scontato, è che in questo modo si possa arrivare almeno ad una candidatura unitaria.
Tornando al centrodestra: l'investitura di Morra, avanzata da Fratelli d'Italia, di cui è coordinatore regionale insieme ad Etelwardo Sigismondi, e sostenuta da Forza Italia, è stata osteggiata da Fioretti: secondo quanto appreso, tra i due non corre buon sangue sin dai tempi della Giunta regionale guidata dal teramano Gianni Chiodi, quando l'attuale coordinatore provinciale della Lega era nello staff dell'assessore Gianfranco Giuliante.
Oggi Fioretti è il braccio destro del coordinatore regionale Giuseppe Bellachioma, neo deputato, per il quale si è speso in campagna elettorale, e l'ipotesi che Morra vada a fare il sindaco proprio non riesce a digerirla. Tanto da portarsi dietro anche il suo ‘superiore’ che stando ai rumor, sarebbe stato favorevole ad una corsa solitaria.
Lite tra ex esponenti di An, si diceva, perché sia Giuliante che Morra, le cui strade oggi si sono divise, con il primo che ha sposato la causa leghista e il secondo quella di Giorgia Meloni, provengono dal disciolto partito di destra, e insieme transitarono per il Popolo delle libertà con il quale condivisero l'esperienza in Giunta regionale.
Spettatore interessato ed anche ‘sponsor’ di questa lite, secondo molti sarebbe il consigliere regionale di Abruzzo Futuro Mauro Di Dalmazio, altro collega di Giuliante e Morra nella Giunta Chiodi, che sarebbe tentato dalla Lega, visto il momento particolarmente favorevole ai salviniani.
L’obiettivo? Il passaggio gli avrebbe potuto garantire la conferma all'Emiciclo, più difficile con una lista civica di cui si sono perse le tracce subito dopo il voto di quattro anni fa.
Particolarmente teso poi il rapporto tra leghisti e il consigliere regionale di Forza Paolo Gatti, a cui fanno riferimento i consiglieri uscenti di Abruzzo In, determinanti nel far cadere il sindaco Brucchi. Una mossa "fratricida" che Gatti ha pagato con la mancata candidatura alle Politiche.
Frizioni, mal di pancia, rancori personali e veti incrociati che hanno fatto rischiare al centrodestra di presentarsi diviso. Con il risultato di un ulteriormente rafforzamento della Lega anche nel Teramano, dove come nelle altre province sembrano essere imminenti nuove adesioni di amministratori locali ed esponenti, anche trombati, di Forza Italia, a scapito dell'amministrazione del Comune capoluogo di provincia.
Adesioni che la dirigenza azzurra vede come fumo agli occhi, definendo deleterio che un partito annetta persone che hanno fallito altrove. Le frizioni e le divisioni che dilaniano sia il centrodestra che il centrosinistra, potrebbero avvantaggiare e non di poco il Movimento 5 stelle, che alle politiche a Teramo è diventato di gran lunga il primo partito, con il 37,4 per cento dei consensi, pari a oltre 11.200 voti, e il candidato sindaco Cristiano Rocchetti, è già in piena campagna elettorale, e senza doversi difendere dal fuoco amico.
In corsa anche l’ex consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Paola Cardelli, che nei giorni scorsi ha presentato la lista civica “Sinistra per Teramo”, che ha l’appoggio anche del Centro Politico Sandro Santacroce e Alberto Covelli, ex Nuovo centro destra, consigliere comunale della maggioranza uscente di Teramo soprattutto, sostenuto anche da Abruzzo Insieme, la nuova formazione varata dall'ex assessore regionale Andrea Gerosolimo, e che a Teramo ha come nuovo luogotenente l’ex vicesindaco Dodo Di Sabatino Martina, che è stato un fidato compagno di strada di Gatti, prima del recente divorzio politico.