Il dato, se non fosse stato annunciato, sarebbe clamoroso. Massimiliano Fedriga, il candidato leghista alla guida del Friuli Venezia Giulia, supera di slancio il 50% dei consensi: «Grazie alla mia gente. Grazie alla mia terra. Ora al lavoro ascoltando e costruendo», scrive lui su Facebook quando ormai due terzi delle schede sono state scrutinate. L’era Serracchiani si conclude - anche se lei aveva rinunciato alla ricandidatura - con un centrodestra che fa il botto, anche se l’uomo del centrosinistra, Sergio Bolzonello (che di Serracchiani è stato il vice) migliora comunque il risultato della coalizione, che alle politiche non aveva superato il 23,5%. L’altro risultato vistoso è il calo consistente del Movimento 5 stelle: il candidato Alessandro Fraleoni Morgera non supera il 15%, con il Movimento che non arriva al risultato a due cifre. «Il risultato delle elezioni in Friuli Venezia Giulia conferma - se mai ci fossero stati ancora dubbi - che gli italiani vogliono essere governati dal centrodestra», commenta a caldo Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia.
I risultati
Quando ormai mancano 300 sezioni da scrutinare (1032 su 1369), l’ex capogruppo della Lega a Montecitorio, sostenuto da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, e due liste civiche, conquista il 56% dei voti, appaltandosi per ora la poltrona di presidente della Regione e migliorando in poche settimane le performance della coalizione, che il 4 marzo si è aggiudicata il 42,97% delle preferenze. La Lega risulta addirittura primo partito, con il 34% delle preferenze, lasciando indietro di parecchi passi Forza Italia, al 12%. I Cinque Stelle invece sembrano crollare, rispetto alle elezioni politiche: il loro candidato Alessandro Fraleoni Morgera, ricercatore dell’università di Trieste, è inchiodato al 12%, e la lista non arriva all’8%, perdendo quasi 17 punti percentuali rispetto alla tornata elettorale del 4 marzo. Rimonta incredibilmente la coalizione di centrosinistra: Sergio Bolzonello, candidato Pd sostenuto da Mdp, ex Sel e minoranza slovena, con 150 sezioni scrutinate, è al 27,5%, e il Pd da solo conquista il 18,6%, attestandosi secondo partito in Friuli Venezia Giulia. Seguono a distanza la civica in appoggio a Fedriga, che prende il 5,95%, e Fratelli d’Italia, al 5,62%. Se questi risultati fossero confermati, in Friuli Venezia Giulia anche stavolta, come nelle elezioni di cinque anni fa, i Cinque Stelle sarebbero terzi. Allora Beppe Grillo era l’unico a portare avanti la campagna elettorale nella regione, mentre i big dei partiti erano a Roma per trattare l’elezione del presidente della Repubblica. Ma le sue previsioni- il Friuli sarà la prima regione pentastellata- furono smentite dai fatti, visto che Deborah Serracchiani si aggiudicò la guida del Friuli, primo segnale del periodo d’oro del Pd che poco dopo avrebbe portato Matteo Renzi alla presidenza del Consiglio e il boom del 40% alle europee. Erano altri tempi.
L’importanza del voto in Friuli
Oggi il dato probabilmente più significativo è che la Lega ha più che triplicato i consensi di Forza Italia. Da questo punto di vista, la scommessa di Matteo Salvini sembra stravinta. Resta da capire che cosa la vittoria significherà per la formazione del nuovo governo. Tutti i leghisti lo ripetono già dal 4 marzo, lo «scollinamento» (riuscito) delle trattative oltre le elezioni regionali avrebbe dispiegato effetti positivi. La convinzione collegata è infatti che il capo dello Stato Sergio Mattarella non potrà non tenere conto della conferma rappresentata dalle Regionali friulane. Anche se il successo leghista potrebbe paradossalmente essere un problema: una maggioranza in Parlamento continua a mancare e non è affatto detto che le posizioni dei 5 stelle siano destinate ad ammorbidirsi. E così, lo scenario delle elezioni in autunno è tutt’altro che scongiurato.