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Data: 01/05/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Morti sul lavoro, Teramo 15ª in Italia. A questo tema viene dedicato il corteo sindacale del Primo Maggio che si svolge questa mattina a Giulianova

TERAMO In Italia, nel 2017, i morti sul lavoro sono stati ben 1.029, circa 3 al giorno, con un aumento dell'1,08 per cento rispetto al 2016. Un vero e proprio bollettino di guerra al quale non si è sottratto nemmeno l'Abruzzo, con 42 incidenti mortali (54 se si considerano anche quelli in itinere, cioè gli incidenti stradali avvenuti durante lo spostamento da o verso i luoghi di lavoro). Dati che, calati sui singoli territori, parlano di 7 lavoratori che hanno perso la vita nella sola provincia di Teramo, che si pone al 15° posto in Italia, in rapporto al numero di lavoratori, in questa triste classifica. «Nel 2017 in provincia di Teramo abbiamo dovuto registrare ben 7 morti sul posto di lavoro, quindi senza considerare quelli in itinere», conferma il segretario provinciale della Cgil Giovanni Timoteo, «che pongono il nostro territorio al 15° posto in Italia, rispetto al numero di addetti, in una graduatoria che non è degna di un paese civile».Dati che vanno letti insieme a quelli complessivi del numero di denunce per infortuni: nel 2017 in Abruzzo sono stati 14.299, oltre tremila quelli nel teramano. Infortuni che hanno interessato soprattutto il manifatturiero e i servizi, che risultano essere i settori maggiormente a rischio. Senza considerare il numero della malattie professionali. Secondo i dati resi noti alcuni giorni fa dall'Anmil, nel 2017, in provincia di Teramo, in tema di malattia professionali sono state registrate 828 denunce, in lieve diminuzione rispetto al 2016. «Non è solo un problema di numeri», commenta il segretario generale della Cisl di Teramo Fabio Benintendi, «perché dietro ad ogni numero c'è una persona, c'è una famiglia. Bisogna lavorare molto sul tema della sicurezza, della formazione». Un problema quello della sicurezza, che in una provincia come quella teramana si declina nella difficoltà delle piccole e medie imprese di investire sulla formazione e nel boom di contratti a termine che precarizzando il lavoro lo rendono più a rischio incidenti. «C'è anche un altro dato importante» continua Benintendi, «e cioè che oltre ai giovani tra i 18 e i 24 anni ad essere più esposti agli incidenti sono gli over 55, per via del prolungamento dell'età lavorativa». A sottolineare l'incidenza della crisi sul numero di infortuni anche il segretario provinciale della Uil Emidio Angelini. «Molti lavoratori», spiega, «dopo essere stati in cassa integrazione o aver usufruito di altri ammortizzatori sociali, quando vengono richiamati a lavorare vengono spesso ributtati sulle linee di produzione dopo essere stati fermi per anni, magari anche su macchine obsolete, senza un minimo di riqualificazione. Da qui l'importanza di una costante attività di formazione». Ed è proprio alla sicurezza del lavoro e alla necessità di un'opera a ciclo continuo di formazione ed informazione dei lavoratori che sarà dedicato, questa mattina, il tradizionale corteo del Primo maggio, che si svolgerà a Giulianova. L'appuntamento è per le 9.30 a piazza Matteotti, con il raduno dei partecipanti, con il corteo che si muoverà successivamente per le vie del centro, fermandosi a depositare una corona di fiori sulla lapide dei proletari caduti in guerra. Alla manifestazione parteciperà anche la banda musicale Città di Ancarano. La manifestazione si chiuderà con l'intervento del segretario nazionale della Cgil Nino Baseotto. «La nostra», conclude Timoteo, «è una provincia frammentata da ogni punto di vista: sociale, economico e politico. Io credo che si debba ripartire proprio da qui, dalla sicurezza sul lavoro. Non può esserci creazione di posti di lavoro senza sicurezza».

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