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Data: 01/05/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Tute insanguinate per denunciare le morti bianche»

«L'Abruzzo forte e gentile è la regione italiana in cui si registrano più morti sul lavoro in proporzione agli occupati: nel 2017 abbiamo avuto ben 42 decessi su 478mila lavoratori impegnati». Parte da questo dato-choc fornito da Vega Engineering l'indignazione che i sindacati si sforzano di tradurre in lotta: non a caso la giornata del Primo maggio coincide con iniziative incentrate proprio su morti bianche e sicurezza sul lavoro. Oggi alle 11,45 la Cgil (separatamente dalle altre sigle) darà vita a un flashmob sulle scale del Comune, in piazza Italia, per lanciare un messaggio forte, persino cruento nelle modalità, per denunciare numeri ogni anno da strage: «Indosseremo tute bianche sporche di sangue e mostreremo uno striscione» anticipa Luca Ondifero, segretario provinciale Cgil, che spiega. «Abbiamo scelto di farlo davanti al municipio perché subito prima saremo tutti a Palazzo dei marmi per la consueta cerimonia di premiazione del Lavoratore ideale, iniziativa a cura di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Ma è anche una scelta in polemica con l'amministrazione comunale che, puntando sul richiamo turistico del Concertone di oggi a piazza Salotto, ha dimostrato di considerare la Festa dei lavoratori alla stregua della festa di Sant'Andrea, aspetto che abbiamo contestato al sindaco Alessandrini in un recente incontro. Motivo per cui - ha aggiunto il segretario provinciale della Cgil - noi e gli altri sindacati non saliremo su quel palco».
Inizialmente il flashmob era stato annunciato sul Ponte del mare, «ma lì c'è già uno striscione che chiede verità per la morte di Alessandro Neri, il ragazzo ucciso ai primi di marzo, e non abbiamo voluto oscurarlo, ci sarebbe sembrato offensivo farlo» ha detto ancora Ondifero.
DATI CHOC
Se è vero che nel 2017 il primato nazionale di morti bianche è arrivato per l'Abruzzo in conseguenza della tragedia dell'hotel Rigopiano, basta scorrere i numeri e le statistiche degli anni più recenti per comprendere che non si è trattato purtroppo di un'eccezione: «La nostra regione ha vantato quel triste primo posto nelle classifiche nazionali anche nel 2012 e nel 2013 - ha spiegato Ondifero - mentre nel 2010 e nel 2011 siamo risultati al secondo posto. Meglio è andata dal 2014 al 2016, con quinto, quarto e nono posto. Purtroppo i dati relativi ai primi quattro mesi dell'anno non sono incoraggianti, anzi, considerato l'incremento dell'11 per cento di morti bianche su scala nazionale».
Il più grave fenomeno da contrastare è per Ondifero quello della precarizzazione: «E' da lì che parte tutto, perché la precarizzazione ha determinato minori investimenti per la sicurezza sul lavoro - è il commento del segretario provinciale della Cgil - e i risultati, in termini di decessi e infortuni, fotografano il dramma generazionale».

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