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Pescara, 24/07/2024
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Data: 01/05/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Giornata di sciopero nel commercio ma c’è pure chi oggi chiude per scelta

Un giorno di riposo, con la famiglia, magari per parlare della festa del lavoro, della sua importanza e per condividerne i valori. Come era una volta, verrebbe da dire, prima del lavoro sempre più precario e con il dipendente sotto scacco. I sindacati non si danno per vinti ed ecco quindi per la giornata di oggi - come già per il 25 aprile - lo sciopero indetto dalle federazioni regionali di Cgil, Cisl e Uil, categoria commercio. Con quale effetto, si vedrà: il 25 aprile l’adesione è stata a macchia di leopardo, «un leopardo sbiadito, a dirla tutta». Ma, al di là dello sciopero, qualche segnale incoraggiante c’è. Se a Città Sant’Angelo, l’Iper Pescara Nord e l’Outlet Village sono rimasti aperti il 25 aprile e lo saranno anche oggi, l’Ipercoop Centro Abruzzo di San Giovanni Teatino al contrario oggi resta chiuso come pure Ikea, l’Auchan sulla Tiburtina e Mondo Convenienza a Città Sant’Angelo. C’è pure chi oggi chiude al pubblico ma tiene i dipendenti al lavoro per l’inventario, come al nuovo Conad di via del Circuito. «Lo sciopero è un segnale politico - dice Luca Ondifero della Cgil -. Tutto è partito con Monti che ha abbattuto le leggi regionali che disciplinavano le aperture. La questione è acuita dalla cattiva abitudine dei consumatori che scelgono questi giorni di festa nazionale per fare compere. Ciò deriva da una cattiva cultura che delegittima il valore del lavoro, sempre più indebolito, precario, povero e ricattabile». Alessandra Tersigni della Fiom Cgil invita a partecipare al flashmob alle 11,45 in piazza Italia dopo le critiche al concertone del Comune: «Sono responsabili di quello che fanno ». In sintonia Umberto Coccia della Cisl: «E’ assurdo che si debba lavorare il primo maggio o in altre ricorrenze con valenza culturale - commenta -. Noi siamo fra l’incudine dei diritti dei lavoratori e il martello della delocalizzazione. Continuiamo a impuntarci sui diritti, da questo non possiamo prescindere. Sulle compere, dico che per un giorno se ne può fare a meno». «Abbiamo sempre sostenuto che le aperture festive debbano essere calmierate - sottolinea Gianni Taucci, direttore Confesercenti - e che la Regione debba dotarsi di una legge per regolamentarle, parlo anche delle domeniche. Certo, essere aperti nei giorni di festa può anche significare incassare per pagare gli stipendi agli stessi lavoratori. Ein questo si dovrebbe fare una distinzione fra luoghi turistici e non, specie per turismo con famiglie».

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