La salute e sicurezza sul lavoro sono un diritto essenziale e come tale va garantito sempre, a tutti. Di qui l'urgenza di affrontare l'emergenza data dall'aumento degli incidenti mortali e di mettere in campo una vera e propria strategia nazionale. È questo il messaggio che arriva da Cgil, Cisl e Uil sulla Festa del Primo maggio, che quest'anno viene accompagnata dallo slogan «Sicurezza: cuore del lavoro», perché dedicata proprio a questo tema. Ad ospitare la manifestazione nazionale dei sindacati la città di Prato, con il corteo dei lavoratori e gli interventi dei tre leader sindacali, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Appuntamento a cui seguirà il Concertone in piazza San Giovanni a Roma, sotto lo stesso slogan. Gli infortuni sul lavoro tornano a crescere, sottolinea la Cgil. Nei primi tre mesi del 2018 sono state 212 le denunce di casi mortali presentate all'Inail, 22 in più rispetto alle 190 del primo trimestre del 2017 (+11,6%). Tra fine marzo e aprile c'è stata una tragica catena di incidenti sul lavoro. «Siamo di fronte ad un'emergenza » da affrontare, afferma il segretario confederale della Cgil, Franco Martini, in occasione della Giornata internazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro promossa dall'Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro). Nel mondo si stima che siano più di 2,3 milioni i morti all'anno a causa di incidenti sul lavoro o malattie professionali. «La sicurezza sul lavoro e la tutela della salute sono diritti essenziali in tutti i Paesi del mondo. Non si può e non si deve morire di lavoro», scrive Furlan sottolineando l'impegno del sindacato e rilanciando la necessità di intensificare l'azione per mettere fine a questi drammi. «Serve una strategia nazionale: l'Italia è l'unico Paese a non averla ancora definita e attuata», rimarca Barbagallo: questo tema «deve diventare una priorità per il prossimo Governo». Occorre, dice, «intensificare i controlli e diffondere la cultura della prevenzione».