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Pescara, 24/07/2024
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Data: 01/05/2018
Testata giornalistica: Il Centro
La ripresa arriva da spazio e chimica fine. Il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, parla delle vertenze ancora aperte e degli investimenti per il rilancio

PESCARA Era maggio del 1886 quando a Chicago due lavoratori morirono e altri rimasero feriti durante una carica della polizia, intervenuta per sgomberare un assembramento all'ingresso della fabbrica di macchine agricole McCormick. Ed è proprio da quella che è passata alla storia come "Rivolta di Haymarket" che nasce la Festa del Lavoro. Di tempo ne è passato, ma il significato resta immutato: il valore del lavoro e il rispetto dei diritti. In Abruzzo, anche nel 2018 la Festa del Lavoro si snoda tra luci e ombre. Luci, perché qualcosa comincia a muoversi sotto il profilo della ripresa dell'occupazione, ombre perché le vertenze aperte sono ancora molte, e tutte importanti. Ne parliamo con il vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, che le ha seguite tutte, e che annuncia investimenti importanti nella space economy, nella chimica "buona", nella ricerca.Presidente, è possibile tracciare un bilancio di questi quattro anni di vertenze?«Le situazioni di crisi, in questi anni sono state tantissime. Alcune hanno riguardato settori importanti dell'economia della regione, e diverse fra queste sono ancora aperte. C'è la Honeywell, che è una vertenza emblematica che investe il territorio a Sud dell'Abruzzo, uno dei posti di maggiore forza del modello industriale abruzzese. Una vertenza inspiegabile, dal momento che l'azienda andava bene»Attualmente, qual è la situazione?«È stato raggiunto un accordo tra azienda, Regione, Ministero e sindacati, che prevede per i lavoratori un incentivo all'uscita abbastanza generoso, intorno a 70mila euro. Inoltre l'azienda ha messo a disposizione il sito per chi volesse reindustrializzarlo, purché assuma almeno un terzo dei lavoratori in uscita. Ci sono già dei soggetti interessati, e uno appare molto interessante. Ci stiamo già lavorando». Poi c'è il fronte che si sta aprendo in uno dei colossi industriali del Vastese, la Pilkington ...«La Pilkington ha i annunciato più di 100 licenziamenti. È un problema sul quale stiamo ragionando per cercare soluzioni alternative e guadagnare tempo, per evitare che l'azienda proceda con i licenziamenti. Un investimento importantissimo, poi, riguarda Gissi, dove la Falconeri, industria tessile del gruppo Calzedonia ha rilevato la ex Golden Lady. Altro contratto di sviluppo riguarda la Irplast di Atessa, che è pronta a riassumere 70 lavoratori della Honeywell». Passiamo all'Aquila. Dopo la fine del polo elettronico, e della manifattura, ora anche la ricerca chiude i battenti...«Purtroppo sì, anche nell'Aquilano ci sono diverse vertenze aperte. Quella emblematica riguarda la chiusura del centro ricerche Intecs. La Regione ha firmato un accordo con i sindacati affinché aziende che hanno progetti di espansione e usufruiscono di finanziamenti pubblici si impegnino ad assumere prima i lavoratori licenziati, a parità di profilo. L'accordo riguarda anche Tasi (Thales Alenia Space Italia), L-Foundry, e Leonardo, che operano nel settore della space economy. Con questi soggetti, anche in considerazione notevoli finanziamenti messi a disposizione per la space economy, stiamo lavorando perché nei nuovi piani industriali sia previsto il riassorbimento di personale». Ed eccoci alla Vesuvius di Avezzano...«L'azienda ha chiuso, ma c'è un bel progetto per la reindustrializzazione dei sito».Ricerca, space economy, cyber security: sono questi i settori sui quali puntare?«Sulla space economy, che comprende oltre a Tasi e Leonardo anche e l'Università dell'Aquila, Telespazio e L-Foundry, abbiamo investito 10 milioni di euro ». Torniamo alle vertenze aquilane. Che ne è stato dell'E-Care?«L'azienda lavora su commesse di Poste e in parte su quelle di Acea, e ha dichiarato 200 esuberi tra L'Aquila e Roma. Anche qui abbiamo firmato un accordo al Ministero e a Confindustria, che prevede utilizzo del Fis (Fondo di integrazione salariale, ndr, al quale ricorrere su base volontaria e a rotazione. Un sistema che ci fa guadagnare tempo, ma resta il problema che senza una nuova commessa le cose si metteranno male».A Roseto, invece, c'è la vertenza Salpa. Ci sono novità? Complessivamente, qual è la situazione nel teramano?«L'azienda occupa circa 900 persone. Anche per la Salpa sono in corso trattative, in attesa che venga siglato un accordo perché l'industria alimentare Rolli ha fatto un grande investimento ad Alanno, dove ha acquistato un capannone nel quale impianterà una nuova attività che opera nel settore della catena del freddo , e dove sono previste una settantina di assunzioni. Sempre nell'ambito del contratto di sviluppo, c'è lo stabilimento Lazzaroni di Isola del Gran Sasso che intende raddoppiare l'unità produttiva, c'è la Facta di Sant'Atto, azienda farmaceutica che fa parte del gruppo Acs Dobfar di Milano , che vuole aprire un nuovo stabilimento a Castellalto, con un investimento di 30 milioni di euro, che in questi giorni ha avuto però qualche problema logistico. La Regione, inoltre, attraverso gli strumenti dedicati alle aree di crisi ha finanziato circa 200 piccole aziende della Val Vibrata. Per non parlare degli investimenti sul motore elettrico, da parte della Eldor». Una notizia di questi giorni riguarda la società Chimica Bussi, che aprirà nello stabilimento di Bussi Officine. Che aspettative è lecito nutrire, rispetto a questo nuovo insediamento?«Eccellenti aspettative, dal momento che l'azienda ha annunciato investimenti per 26 milioni di euro. Un'azienda che lavora nel settore della chimica fine, che consentirà di arrivare a 130 assunzioni».

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