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Data: 04/05/2018
Testata giornalistica: Mapero'
I soldi delle frane dirottati sui bus

Le frane possono aspettare, le strade dissestate, crollate, interrotte, resteranno così: i soldi destinati al dissesto idrogeologico la Regione Abruzzo li utilizzerà per rinnovare il parco dei mezzi pubblici. Per la verità l’aveva già fatto il 26 giugno dello scorso anno, ma adesso ci riprova. E non fa niente che in vista delle elezioni e anche prima, il presidente-senatore Luciano D’Alfonso avesse mandato lettere a ogni sindaco per dirgli di quanti soldi avrebbe beneficiato, e quanto era generosa la Regione: lui fa così, i soldi prima li annuncia e poi se li riprende, e li sposta dove più in quel momento gli tornano utili.

E così con la delibera numero 217, la giunta regionale ha preso i soldi del dissesto e li ha dirottati sul “potenziamento e specializzazione del parco mezzi pubblici per trasporto pubblico locale ad alimentazione non convenzionale” che comporta investimenti pari a 10 milioni di euro, da prelevare sulle risorse Fsc del 2014-2020. Insomma, ci compreranno autobus a minor impatto ambientale, che è una cosa bellissima ma sicuramente non urgente e necessaria come il dissesto idrogeologico. Ma si sa, sulla prevenzione la Regione non investe nulla.

Per la verità, il Comitato di indirizzo e controllo per la gestione dell’Agenzia per la Coesione territoriale, di fronte alla riprogrammazione proposta dalla Regione, ha storto il naso e solo di fronte alle insistenze e agli impegni dei rappresentanti della giunta, l’ha approvata. L’ha approvata nonostante, e questo è paradossale, non siano disponibili al momento altre risorse per il dissesto.

Non solo. Ha approvato anche il dirottamento delle risorse dalla bonifica del sito di Bussi sul rifacimento delle strade provinciali, come anticipato da Mapero’ a ottobre dello scorso anno.

Insomma: per la difesa idraulica e idrogeologica del territorio regionale, la Regione Abruzzo non ha altri soldi, e quindi l’Agenzia per la coesione territoriale ha preso atto “del permanere di un fabbisogno in tema di dissesto cui non è possibile, allo stato attuale, dare copertura finanziaria”. Nonostante tutto, ha messo il timbro sul dirottamento delle risorse, in considerazione del fatto che inizialmente la Regione aveva destinato all’acquisto dei mezzi pubblici 20 milioni di euro, e ora si accontenta di 10, e poi della disponibilità di ulteriori risorse del Cipe, finalizzati alla ricostruzione post-sisma “e in parte utilizzabili per interventi contro il rischio idrogeologico, come assicurato dalla Regione”.

E quindi, come la giri la giri, la Regione prende i soldi o dalle frane o dal terremoto, per spostarli sui mezzi pubblici. Al tavolo romano l’Abruzzo promette anche di impiegare “in tema di dissesto, eventuali ulteriori risorse di cui dovesse disporre tramite futuri canali di finanziamento”. Insomma, parole parole parole.

Stessa musica per la bonifica della discarica Tremonti: nell’ottobre del 2017 la Regione sposta i fondi del Masterplan destinati alla bonifica di Bussi per asfaltare le strade, e lo fa aumma aumma, con una delibera in cui non nomina mai Bussi ma usa il nome in codice “Psra43”, come per gli agenti segreti. Lo fa, spiega al tavolo romano, in considerazione del fatto che la bonifica spetta al privato e che non vuole tenere bloccati dei soldi per un intervento che non si sa quando si farà. L’Agenzia chiede spiegazioni, indaga e poi approva.

ps: l’ambiente e la prevenzione, così sbandierati in campagna elettorale da Luciano D’Alfonso, vanno a farsi benedire per sempre. Un altro insulto all’Abruzzo martoriato da frane e terremoti.

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