L'AQUILA Una busta, una come tante in una mattina come tante nella segreteria di palazzo Silone, all'Aquila. All'apertura, lo choc: una lettera farneticante, con termini spinti; un secondo documento che riguarda questioni sanitarie. Ma soprattutto un proiettile di pistola calibro 45, una minaccia in piena regola. Il plico è stato fatto recapitare ieri all'assessore alla Sanità Silvio Paolucci, che era a Pescara e che immediatamente ha allertato le forze dell'ordine dopo che la vigilanza del palazzo regionale si è accorta del contenuto anomalo. L'indagine, condotta dalla Digos, è scattata immediatamente. Al momento tutto lascia propendere per un gesto sconsiderato. In ogni caso grave, capace di scuotere l'intera regione, la politica e non solo. Paolucci ha ricevuto una solidarietà molto ampia, ma c'è anche, purtroppo, da registrare qualche sciacallo che in rete si è lasciato andare a commenti molto offensivi. Il diretto interessato, è parso turbato, ma non scosso. Ha affidato l'unico commento a un dell'ufficio stampa: «Sono in corso accertamenti, non parlo mai quando ci sono rilievi in itinere. Sono infastidito, certo, preoccupato spero di no. Credo che sia un gesto individuale, sconsiderato, che nulla ha a che vedere con l'imbarbarimento del confronto politico, che pure c'è e che riguarda l'utilizzo di aggettivi e sostantivi sbagliati. Un gesto di un imbecille. Non ho letto la lettera. Chi di dovere saprà come e quando informarmi». Paolucci si è fermato a questo, anche se ulteriormente sollecitato. È evidente il collegamento con la sua attività da assessore alla Sanità, anche se l'indagine dovrà chiarire i contorni esatti. La specificità della nota allegata fa ben sperare gli inquirenti. Il pm di turno è Fabio Picuti, quello con competenza su vicende simili è David Mancini, ma è probabile che il fascicolo venga coordinato direttamente dal procuratore capo, Michele Renzo.
LE REAZIONI
«Nell'esprimere la mia più ampia e affettuosa solidarietà per il volgare e insensato gesto intimidatorio di cui è stato vittima ha detto Luciano D'Alfonso -, rifletto sul fatto che l'esasperazione dei toni, tipica di questi tempi, non giova ad alcuno e fomenta nelle persone meno avvedute comportamenti di tal genere». «È un fatto gravissimo ha detto il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio - che deve interrogarci tutti, politici e non politici. La legittima battaglia tra le varie forze politiche non deve sconfinare in odio e violenza». Il Pd si è espresso a vari livelli. Marco Rapino, segretario regionale, ha espresso «fraterna e politica solidarietà non solo per le importanti, difficili e delicate riforme messe in campo per migliorare la sanità abruzzese, ma sopratutto per le sue qualità umane e istituzionali. Come Partito democratico la nostra condanna contro chi vuole creare un clima di odio, di discredito e intimidazione è fermissima». Il Pd aquilano ha fatto lo stesso. Note di stima e vicinanza sono arrivate dai consiglieri regionali Lucrezio Paolini e Lorenzo Berardinetti, dal sindaco di Lanciano Mario Pupillo («Un segnale grave di un clima di odio crescente verso le istituzioni»), dal deputato Camillo D'Alessandro («Siamo tutti con Silvio»). Una nota è giunta anche dal segretario regionale di Sinistra italiana, Daniele Licheri: «Ma vogliamo svegliarci? Sono anni che segnali preoccupanti arrivano e la politica non solo non da risposte ma anzi costruisce un muro intorno al fortino dorato». Anche gli avversari politici hanno fatto sentire il loro sostegno. «Atteggiamenti di questo tipo sono appellabili a delinquenti della peggior specie che ci auguriamo vengano scovati prima possibile. La nostra solidarietà più totale all'assessore Paolucci» ha scritto il gruppo consiliare del Movimento Cinque Stelle.