L'AQUILA «Attento alla vita». Così ha scritto l'anonimo in una lettera lunga due pagine. La minaccia di morte è arrivata ieri mattina in busta chiusa, insieme a un proiettile di medio calibro, all'assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci. La pista seguita dagli investigatori porta a Vasto e all'ospedale San Pio di Pietrelcina. Così trapela. E il motivo che ha spinto l'anonimo a inviare il proiettile all'assessore sarebbe da ricercarsi nei tagli alla sanità pubblica, inevitabili per far quadrare i conti. È chiaro l'obiettivo da colpire perché, nella lettera, piene zeppa di errori, di frasi confuse, sconnesse e farneticanti, e per di più con località sbagliate, compaiono altri nomi, oltre a quello del politico del Pd, legati alla sanità. FLACCO E PUPILLO. Nel mirino dell'anonimo finiscono infatti il manager della Asl di Chieti, Lanciano e Vasto, Pasquale Flacco, il direttore della stessa azienda sanitaria, Vincenzo Orsatti, e persino il sindaco di Lanciano, che però di professione fa il medico, Mario Pupillo. Trapela anche questo alla fine di una giornata molto difficile per Paolucci che, per telefono, esprime tutta la sua preoccupazione mentre in prefettura si sta decidendo se proteggere l'assessore affidandogli una scorta oppure limitarsi alla vigilanza fissa che prevede il passaggio di auto delle forze dell'ordine, davanti alla sua abitazione, per più volte al giorno.LA SCOPERTA E LA PAURA. Una giornata difficile cominciata al terzo piano del palazzo della Regione, in via Ignazio Silone all'Aquila, quando la dipendente della segreteria dell'Assessorato al Bilancio, l'altra delega che ha Paolucci, si è subito accorta al tatto che tra la posta arrivata c'era una lettera contenente un oggetto metallico e cilindrico. Un proiettile appunto. Mirella Catinello, terrorizzata per la scoperta, è subito scesa al piano terra per consegnare la lettera, senza aprirla, all'uomo della vigilanza. Pare che questi l'abbia quindi aperta, scoprendo il proiettile e rendendosi conto della gravità del fatto. L'uomo della sicurezza ha subito avvisato la questura.I primi rilievi sono stati eseguiti dalla Digos dell'Aquila che, lunedì, rimetterà un rapporto al procuratore Michele Renzo. IMPRONTE NASCOSTE. Busta e contenuto sono stati consegnati alla polizia scientifica per rilevare le impronte anche sotto il francobollo.Mentre all'Aquila si consumava tutto questo, Paolucci si trovava a Pescara, nella sede dell'Agenzia sanitaria regionale, per presentare un accordo sulla prevenzione dei tumori. «Credo si tratti di un gesto individuale, di uno sconsiderato, che nulla ha a che vedere con l'imbarbarimento del confronto politico che pure purtroppo c'è e che riguarda l'utilizzo di aggettivi e sostantivi a mio avviso sbagliati», è il suo primo commento. SENTITO DALLA DIGOS. L'assessore è stato poi convocato all'Aquila dalla Digos che lo ha ascoltato nel primo pomeriggio. Paolucci ha potuto leggere la lettera. Più tardi, sempre per telefono, conferma: «È confusa e farneticante». Ma alla domande se si sentirà più sicuro con la scorta, risponde: «Spero di non averla». L'inchiesta è contro ignoti, almeno per ora, ma la pista vastese e alcuni riferimenti specifici a circostanze legate alla sanità, riportati nella lettera, rappresentano indizi che vengono ritenuti importanti. In serata però l'assessore Paolucci svela una seconda minaccia ricevuta ieri, non ricollegabile alla lettera.«PALLOTTOLA IN FRONTE». Si tratta di un post su Facebook, in cui l'autore scrive questa frase che riportiamo testualmente: «Fa sapere che ti attrezzo un bel giro a vedere se la pallottola la merita in busta o direttamente in fronte. La risposta te la dai tu...». La frase, contestualizzata in una critica più ampia che l'autore del post fa agli ospedali abruzzesi e all'assessore, è una minaccia gravissima che Paolucci ha deciso di non ignorare. «Non posso farlo», dice, «Ho già presentato la denuncia. Non sarà difficile risalire all'autore». Anche se questi si è registrato sul social con un nome falso e si spaccia per docente di una scuola superiore di Chieti.