SAN SALVO Ventiquattro anni fa a San Salvo cominciava l'era Pilkington: 110 miliardi d'investimenti, mantenimento dell'occupazione negli impianti chiave della ex Siv, ma riduzione degli occupati complessivi da quasi 4.100 a 3.700, riorganizzazione per divisioni delle attività aziendali. Ventiquattro anni dopo gli occupati sono poco più di 2.000 e quel che è peggio Pilkington, che dal 2006 è diventata Nippon Sheet Glass-Pilkington, potrebbe festeggiare le nozze d'argento con il Vastese con centinaia di licenziamenti e un'ulteriore riduzione della fabbrica. Oggi e domani, nell'azienda di Piana Sant'Angelo, sono in programma le assemblee dei sindacati con i lavoratori. «Riferiremo alle maestranze quello che è venuto fuori nel corso degli incontri con l'azienda», dice Germano Di Laudo, segretario generale della Cgil, «la mancanza di un progetto sul quale costruire le fondamenta del futuro. Sindacati e amministratori sono pronti a creare un contesto favorevole a nuovi investimenti. Ma affinché gli sforzi siano proficui è necessario conoscere i progetti di Pilkington. Francamente l'atteggiamento evasivo dell'azienda è quello che preoccupa di più». Non è escluso che i lavoratori, che per anni hanno accettato sacrifici e rinunce in nome di un futuro, decidano per la mobilitazione. Il disco verde all'insediamento Pilkington a San Salvo nel 1994 arrivò dalla Comunità europea che affidò il compito di tenere a battesimo la joint venture del vetro a Paolo Scaroni. Ora invece l'Europa sembra attratta da altri mercati, Germania in testa. La presenza dell'industria vetraria nel Vastese risale agli anni Sessanta e all'ostinazione con cui Franco Gringeri, un dirigente delle Partecipazioni statali che ha rappresentato l'Enrico Mattei del vetro, ha orientato i float, cioè i grandi impianti verso San Salvo. Adesso il Vastese rischia di perdere il suo gioiello. Dopo la Polonia, che ha un costo di lavoro decisamente più basso, arriva dalla Germania la concorrenza con gli occhi a mandorla e si chiama Fuyao. L'azienda cinese ha un grosso capitale e punta sulle tecnologie avanzate. «Per vincere la concorrenza occorre convincere gli azionisti a puntare su questo stabilimento», dicono i sindacati. Nel 2017 Pilkington ha vinto nel settore dei parabrezza con l'introduzione di nuovi modelli. La sfida continuerà nel 2018 e 2019, ma sarà ancora più difficile garantire i livelli occupazionali in assenza di ammortizzatori sociali. Il "tallone di Achille" restano i Temperati (lunotti e laterali). L'obiettivo di tutti ora è conservare il lavoro a chi c'è. «L'impegno delle maestranze è noto», rimarca Di Laudo, «stando alle dichiarazioni di questi giorni c'è anche l'impegno della politica. Sindacati, politica e istituzioni tutte sono pronte a creare una rete per Pilkington. Pilkington però deve volere investire e scommettere ancora su San Salvo e sul Vastese».