L'AQUILA Sarà il Consiglio regionale delle sorprese. Non solo dei 5 Stelle, che annunciano per oggi all'Aquila uno show in aula senza precedenti, ma anche di chi e, soprattutto, come voterà. Secondo la maggioranza, che appoggia Luciano D'Alfonso, finirà 17 a 11 per quest'ultimo. Soprattutto se il voto sull'incompatibilità in Regione del neo senatore avverrà in segreto. Ma come voteranno i vari Gerosolimo, Olivieri e Di Matteo? Una «seduta rovente». Così la definisce la consigliera regionale del M5S, Sara Marcozzi, che è scettica: «Sempre se si farà, perché potrebbe mancare il numero legale», dice. Anche se voci di maggioranza la smentiscono. Il sipario si apre alle 11. Al terzo punto dell'ordine del giorno c'è la discussione sulla comunicazione della Giunta per le elezioni sulla presunta incompatibilità del presidente di Regione e senatore D'Alfonso. In aula, ci saranno un oratore a favore e uno contro. E si capiranno gli equilibri in Consiglio regionale. La maggioranza terrà? I numeri, per ora, dicono di sì. All'ordine del giorno ci sono anche la presa d'atto delle dimissioni del consigliere Camillo D'Alessandro e della proclamazione, in sostituzione, del consigliere Antonio Innaurato, le dimissioni di Giorgio D'Ignazio dalla carica di consigliere segretario, l'elezione del garante delle persone sottoposte a misure restrittive e i provvedimenti europei riguardanti la partecipazione della Regione Abruzzo ai processi normativi dell'Unione Europea e sulle procedure d'esecuzione degli obblighi europei. Ma tornando al clima d'attesa delle vigilia, la sinistra fa le bizze. E che bizze! In pratica Art.1-Mdp coglie la palla al balzo e cerca di mettere D'Alfonso all'angolo: «Entro 2 settimane occorre garantire la fine delle ambiguità sul governo regionale e sulla sua maggioranza e presentare un programma di fine mandato condiviso», la richiesta chiara di Art.1-Mdp (ovvero Sclocco e Mazzocca), «il senso di responsabilità che abbiamo sempre ampiamente dimostrato nei confronti della maggioranza non può entrare in contraddizione con il senso di responsabilità che abbiamo nei confronti dei cittadini abruzzesi, dei loro problemi e delle loro attese. Il risultato elettorale del 4 marzo è stato l'ultimo chiarissimo segnale che qualcuno continua ad ignorare, un risultato certo molto negativo per il centrosinistra in tutta Italia ma che in Abruzzo ha assunto i contorni di una disfatta. Queste», conclude Art.1-Mdp, «sono le condizioni minime per la nostra permanenza nell'esecutivo. Attendiamo una immediata e chiara presa di posizione da parte del Pd, del suo segretario Rapino e del vicepresidente Lolli, che dovrà guidare ed essere garante di questa nuova fase, per sapere se le condizioni politico-amministrative poste, e che negli incontri avuti sembravano da loro condivise, siano oggi ancora percorribili». Ma la conclusione è il vero colpo basso: «Il tirare a campare è l'ultima cosa che ci interessa e che soprattutto serve all'Abruzzo e, se così fosse, noi non ne saremo complici». (l.c.)