L'AQUILA Dura poco più di un minuto lo show annunciato in aula dai 5 Stelle. Quanto basta per lasciare una traccia indelebile nella storia del consiglio regionale d'Abruzzo. Sono passate da pochissimo le 12.30 e i consiglieri si apprestano al voto fatidico pro o contro D'Alfonso governatore. È a questo punto che in aula entrano in sordina e dalla porta riservata al pubblico, nientemeno che Mazzini e Garibaldi, tra lo stupore o le risate di chi è seduto per assistere e l'indignazione del presidente del consiglio, Giuseppe Di Pangrazio. I due personaggi travestiti a puntino altri non sono che esponenti del M5S che, con la giusta e teatrale sfrontatezza, si piazzano al centro dell'area riservata ai cittadini mentre i vigilantes accorrono per accompagnarli fuori. Garibaldi esclama: «Non obbedisco», mentre Di Pangrazio ripete: «Portateli fuori». Ma ormai la provocazione è servita e il 5 Stelle garibaldino obbedisce ribattendo però: «L'eroe dei due mondi vuole incontrare l'eroe delle due poltrone». Facciamo un passo indietro: la provocazione firmata 5 Stelle segue quanto scritto dal governatore D'Alfonso nella relazione presentata alla Giunta per le elezioni che, il 26 aprile scorso, ha deliberato che non «sussistono cause di incompatibilità», rimettendo la parola al consiglio regionale.Nella relazione D'Alfonso cita due «casi eclatanti» di mancata convalida dell'elezione, Garibaldi e Giuseppe Mazzini appunto. In aula, il consigliere del Movimento, Sara Marcozzi, ha poi preso la parola per il secondo e ultimo atto della provocazione: «Presidente, le chiedo di far entrare i deputati del Regno per far dire la loro esperienza nel 1866 che, certamente, è riportabile al 2018. E chiedo anche la loro audizione per capire il passaggio giurisprudenziale che c'è stato dall'eroe dei due mondi all'eroe delle due poltrone». E si chiude il sipario.