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Data: 09/05/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Consiglio Regione: no incompatibilita'. D'Alfonso, ma maggioranza su filo di lana. Polemiche per mancata astensione Di Pangrazio . Il Presidente e Senatore, «Margine recupero disagiati». Salta doppia preferenza di genere

L'AQUILA - Con 16 voti contro e 15 a favore il Consiglio regionale d'Abruzzo ha respinto l'istanza di incompatibilità nei confronti del governatore Luciano D'Alfonso, eletto senatore nelle scorse politiche del 4 marzo. È stato insomma stabilito che non sussistono per ora cause di incompatibilità in quanto lo status ufficiale di senatore scatta solo dopo la convalida da parte della Giunta per il regolamento del Senato.

Il voto ha fatto seguito alla clamorosa protesta del Movimento 5 stelle che in aula si è portata ad inizio lavori, due figuranti travestiti da Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, "gli eroi dei due mondi", che hanno platealmente chiesto di incontrare il presidente della regione e senatore D'Alfonso, apostrofato come "l'eroe delle due poltrone", hanno spiegato i pentastellati.

I due figuranti sono subito stati allontanati dall'aula dal presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio.

Scintille anche in occasione dell’elezione di Leandro Bracco di Sinistra italiana come componente dell'ufficio di presidenza in quota all'opposizione, in sostituzione di Giorgio D'Ignazio del Nuovo centro destra, passato alla maggioranza e diventato assessore al turismo.

Bracco è stato eletto con 16 voti, contro i 12 di Pietro Smargiassi, candidato del Movimento 5 stelle, appoggiato anche dal centrodestra.

Bracco l'ha spuntata dunque grazie ai voti del centrosinistra, cosa che ha creato veementi reazioni da parte di Paolo Gatti e Gianni Chiodi di Forza Italia, per i quali la maggioranza ha mancato di "correttezza istituzionale" visto che doveva astenersi e consentire alle opposizioni di scegliersi il suo rappresentante in ufficio di presidenza. parole pesanti di Chiodi nei confronti di Bracco che si è prestato al giochetto apostrofato come "fessacchiotto".

In apertura dei lavori è stato poi preso atto delle dimissioni del consigliere del Partito democratico Camillo D'Alessandro, eletto alla Camera e sostituito da Antonio Maria Innaurato che prenderà parte ai lavori consiliari a partire dalla prossima seduta.

Il passaggio più importante dell’odierna seduta è stata però il voto sull’incompatibilità della doppia carica di D’Alfonso, che agita la politica abruzese e non solo oramai da due mesi.

Nella votazione finita sul filo di lana, hanno inciso i tre sì di esponenti di maggioranza di centrosinistra che hanno votato con le opposizioni, i due assessori uscenti della Giunta D'Alfonso, Donato Di Matteo (ex Pd ora Regione Facile) e Andrea Gerosolimo (Abruzzo Civico), e il consigliere di maggioranza Mario Olivieri, anche lui esponente di Abruzzo Civico.

Al termine della votazione, Di Matteo ha regalato due libri al governatore al subito dopo un suo intervento polemico.

"Sono contentissimo che Di Matteo mi abbia donato libri - ha commentato D'Alfonso - e uno dei due addirittura parla del partito d'azione, che non significa partito dell'inazione, che mi ha fatto venire in mente l'assoluta assenza dalla Giunta dei due assessori (l'altro è Gerosolimo, ndr.). Il libro più importante che Di Matteo mi ha regalato - ha aggiunto il governatore - è un inno al partito d'azione. Il secondo è sul narcisismo, che penso secondo lui mi riguardi direttamente", ha risposto sarcasticamente D'Alfonso, che poi annuncia che prossime ore troverà il sostituto di Di Matteo in giunta, completando il rimpasto.

Sul voto sul filo del rasoio D'Alfonso ha poi aggiunto, anche qui non senza malizia: "La maggioranza c'è e mi pare anche ripulita. Io personalmente continuo a pensare che ci siano ragioni per recuperare ogni disagiato".

Non si è fatta attendere la reazione di Gerosolimo: "Il disagio, a mio avviso, è stato quello di dover esprimere un voto di cui tutti avrebbero fatto volentieri a meno".

Ha destato la reazione polemica di M5s e centrodestra anche il no del presidente del Consiglio regionale Di Pangrazio, che, secondo le opposizioni ha cambiato posizione rispetto all' astensione tenuta nel corso della Giunta per le elezioni dello scorso 26 aprile, che aveva già deliberato la non sussistenza di cause di incompatibilità rinviando la decisione al Consiglio regionale.

Da qui la decisione di presentare una mozione di sfiducia nei confronti di Di Pangrazio annunciata dal capogruppo di Forza Italia, Lorenzo Sospiri.

Di risposta, Di Pangrazio ha detto che la sua prerogativa "non è quella di stare attaccato alla poltrona ma di gestire nel migliore dei modi il Consiglio regionale. Il presidente ha titolo a dire la sua perché è anche consigliere regionale".

Il voto del presidente del Consiglio regionale ha generato anche un vivace scontro dai banchi delle opposizioni.

"Giuda", gli ha apostrofato il consigliere di Forza Italia, Mauro Febbo. Poi applausi ironici accompagnati da 'buu' e 'vergogna'.

Ha preso le difese di Di Pangrazio il consigliere regionale Maurizio Di Nicola di Centro democratico. "Credo che il presidente Di Pangrazio dopo aver preferito astenersi per essere equidistante dalle posizioni dei partiti nel corso della riunione della giunta per le elezioni del 26 aprile scorso, abbia invece maturato in questi giorni attraverso l'approfondimento della tematica, una posizione conforme a quella sostenuta dai capigruppo di maggioranza nella stessa seduta del 26".

Scontata la reazione del Movimento 5 stelle, sull'esito del voto, visto proprio ieri aveva annunciato un esposto in procura sull'incompatibilità del doppio incarico.

"Un atteggiamento di prepotenza istituzionale paradossale e in spregio della democrazia - commentano i pentastellati - un atto di equilibrismo istituzionale che vede conniventi tutti i consiglieri regionali di maggioranza. Ancora una volta la maggioranza pone la carriera politica del Presidente D’Alfonso davanti agli interessi della comunità abruzzese", in quanto sostengono, l’incompatibilità", è chiaramente sancita dall’articolo 122 della Costituzione e dal Regolamento del Consiglio Regionale".

E' intervenuta anche Rifondazione Comunista, per sottolineare che Liberi e Uguali "ha salvato D'Alfonso", con i voti dei consiglieri Marinella Sclocco e Mario Mazzocca, aggiungendo che "con quelli che fanno da ruota di scorta del peggiore Pd non si ricostruirà certo una sinistra credibile".

D'ALFONSO: ''MAGGIORANZA RIPULITA, C'E' MARGINE RECUPERO DEI DISAGIATI''

"Mi sembra di capire dalla lettura dei giornali che si sta risolvendo per ragioni di politica nazionale il tema del doppio incarico perché mi sembra di capire che stia scivolando via il ruolo di senatore. Non sono dispiaciuto, non sono addolorato. Giudico soltanto laicamente".

Questo il commento del presidente e senatore D'Alfonso, al termine del dibattito in Consiglio regionale all'Aquila, che ha votato la non sussistenza di cause di incompatibilità. Riferendosi al fatto che si fa sempre più concreto il ritorno alle urne, vista la difficoltà quasi insormontabile per formare un governo nazionale.

D'Alfonso ha fatto notare che dalla sua elezione a senatore, lo scorso 4 marzo alle politiche, a oggi "non si è materializzato nessun conflitto di interessi. Sono stato convocato quattro volte in Senato" e, ha aggiunto "non c'è stata l'occasione per determinare un voto che materializzasse il conflitto di interessi".

Il presidente poi commenta l'esito del voto in aula che ha negato l'incompatibilità per un solo voto, rivolto ai soliti "tre ribelli" Di Matteo, Gerosolimo e Olivieri.

"La maggioranza c'è e mi pare anche ripulita. Io personalmente continuo a pensare che ci siano ragioni per recuperare ogni disagiato. Però una maggioranza ripulita c'è", afferma il presidente.

"Mi è sembrato che il dibattito di oggi - ha poi detto D'Alfonso - sia stato un po' affaticato perché ciascuno voleva fare più uno. Sembra che un soggetto politico volesse incassare l' immediatezza di un voto perché pensa di avere il vento in poppa (M5s, ndr.) e il centrodestra con un po' più di trattenimento ma ha partecipato al dibattito interno. Io - ha concluso - invidio coloro i quali godranno della vita lunga del Consiglio regionale senza che abbiano fatto fatica a votare sì".

I LAVORI: OK A RENDICONTO CONSIGLIO E LEGGE PRO LOCO, SALTA DOPPIA PREFERENZA DI GENERE
Nel corso della seduta odierna del consiglio è stato approvato a maggioranza il provvedimento amministrativo che dà il via libera al rendiconto 2016 del Consiglio regionale, con un risparmio di 1,7 milioni.

Approvato anche il progetto di legge che aggiorna la norma regionale in materia di organizzazione delle Pro Loco in Abruzzo. Le principali modifiche riguardano l'introduzione dell'Albo unico regionale delle associazioni Pro Loco e novità in materia di incentivi e contributi.

Sono state approvate due risoluzioni a firma di Febbo e Sospiri di Forza Italia: la prima impegna il governo regionale ad inserire l'ospedale di Guardiagrele nel Piano sanitario regionale come "ospedale di area disagiata", la seconda prevede interventi a favore del Consorzio Bonifica Centro, che impegna alla giunta a riconoscere all’ente un contributo straordinario pari a 700 mila euro, anche sotto forma di fondo di rotazione, al fine di abbattere gli aumenti del 40 per cento dei canoni idrici per il 2018.

Su proposta di Mazzocca e Pierpaolo Pietrucci del Pd è stata approvata la legge che assegna per l’anno 2018 al dipartimento della Giunta Regionale competente una somma pari a 720.000 euro al fine di dare copertura alla quota di compartecipazione di competenza della Regione pari al 40 per cento dell'assegnazione relativa al fondo integrativo statale necessaria per la concessione delle borse di studio.

Forza Italia ha però con forza sottolineato, che il provvedimento è passato solo grazie alla presenza delle opposizioni in aula, visto che il centrosinistra non aveva i numeri. "Questo consiglio regionale, d'altronde come ampiamente anticipato, si è chiuso rinviando la stragrande maggioranza dei punti all'ordine del giorno per colpa di una maggioranza ormai liquefatta", hanno affermato quelli di Fi.

Sia Fi che M5s hanno poi polemizzato sulla mancata approvazione della modifica della legge elettorale regionale che avrebbe consentito l’introduzione della doppia preferenza di genere.

Una proposta di legge, a firma dell’assessore Marinella Sclocco, "sollecitata più volte dalla Commissione pari opportunità - ha evidenziato M5s - da ultimo nel corso di un convegno a cui hanno partecipato il presidente del Consiglio Di Pangrazio e l’assessore Paolucci che oggi, tra gli altri, hanno votato contro. Evidentemente non è una regione per donne".

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