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Pescara, 24/11/2024
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Data: 10/05/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il centrosinistra affronta un finale infuocato

L'AQUILA Probabilmente oggi, allo scadere della mini proroga concessa dal capo dello Stato, si capirà se ci saranno chance di avere un governo o meno. Questione direttamente legata al doppio ruolo attualmente rivestito dal governatore Luciano D'Alfonso. Il barometro della giornata di ieri, a differenza di quanto accaduto martedì, sembrava propendere per un possibile avvio di legislatura. In questo modo D'Alfonso sarebbe ben presto costretto a optare tra lo scranno dell'Emiciclo e quello di Palazzo Madama. Viceversa, in caso di ritorno alle urne, è assai probabile che possa terminare il suo ultimo anno di mandato in Regione. Si vedrà. In questa ottica il passaggio in Consiglio sulla questione di incompatibilità ha avuto un evidente significato politico più che tecnico, assumendo i contorni di un voto di fiducia.
Il risultato in extremis, 16 a 15 con D'Alfonso e Di Pangrazio costretti a rinforzare gli ormeggi della maggioranza, e la posizione ormai delineata dei dissidenti Olivieri, Gerosolimo e Di Matteo, costringeranno a un finale di legislatura turbolento. Così come, d'altronde, va avanti da oltre un anno. D'Alfonso ieri era impegnato a Roma nel vertice del gruppo Pd in Senato. Si attenderà il suo rientro, oggi, per dare corpo allo schema già delineatissimo di avvicendamenti in giunta. D'Ignazio ha di fatto sostituto Di Matteo, resta in piedi la casella lasciata libera da Andrea Gerosolimo. Sarà rispettata la questione territoriale: la deleghe andranno a un elemento della provincia aquilana, ma non direttamente del capoluogo (c'è già Lolli alla vice presidenza). Tutto porta al marsicano Lorenzo Berardinetti. Al contempo, vista la grande stima che D'Alfonso nutre per Di Nicola (che in aula si è occupato della difesa sulla questione incompatibilità), e considerando le deleghe consiliari a infrastrutture, urbanistica e trasporti equiparabili a quelle di un assessore, l'avvocato di Pescina ha assunto da ieri le funzioni svolte finora da Camillo D'Alessandro, già dimessosi da consigliere regionale.
L'ALTRO FRONTE
Tutto ok? Abbastanza, ma non fino in fondo. C'è da valutare tutta la questione Liberi e Uguali e del sottilissimo equilibrio tra la base del partito, che vorrebbe un atteggiamento di radicale opposizione, e la presenza in giunta di Mazzocca e Sclocco. Già immediatamente dopo il voto sull'incompatibilità di D'Alfonso era arrivato un duro attacco da Rifondazione-Se, in particolare dalla segreteria regionale e pescarese (Marco Fars e Corrado Di Sante): «A chi ci chiede perché la sinistra è divisa facciamo notare che in Abruzzo Liberi e Uguali continua a sostenere D'Alfonso e che i voti di Mazzocca e Sclocco sono stati determinanti. Con quelli che fanno da ruota di scorta del peggiore Pd non si ricostruirà certo una sinistra credibile». «Non è D'Alfonso il male d'Abruzzo ha detto ieri Gianluca Zelli di Azione politica, una delle civiche di L'altro Abruzzo -. Il male d'Abruzzo sono sedici consiglieri che, in barba a qualunque senso dell'istituzione, responsabilità amministrativa o politica, hanno scientemente portato all'esasperazione il dibattito dell'assise regionale per poi salvare il loro solo il loro presidente. Consentendogli persino di superare l'ostacolo della regola a garanzia della democrazia e del popolo abruzzese».

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