PESCARA Sono 431mila le pensioni pagate dall'Inps in Abruzzo, alla data del primo gennaio 2017. In pratica, un pensionato ogni tre abitanti. E i trattamenti del settore pubblico, in media, surclassano di gran lunga quelli erogati a chi, invece, ha lavorato nel settore privato. Il dato emerge dal bilancio sociale 2016 dell'Istituto nazionale di previdenza, presentato ieri a Pescara, nella sede del Museo delle genti d'Abruzzo, in occasione del 120° anniversario della fondazione dell'istituto, alla presenza dei vertici nazionali dell'Inps, rappresentanti dal direttore generale Gabriella Di Michele, dal presidente del Consiglio di indirizzo e previdenza, Guglielmo Loy, e del comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, generale Giovanni Nistri. I PRESENTI. Nutrita la platea dei relatori, a partire dal sindaco Marco Alessandrini, il presidente della Regione Luciano D'Alfonso, il presidente della Fondazione Genti d'Abruzzo, Roberto Marzetti, il direttore regionale dell'Inps, Valeria Vittimberga, il presidente del comitato regionale Inps, Gino Pantalone, e l'ex presidente, Enrico Paone. Per la parte sindacale, c'erano Sandro Giovarruscio (Cgil), Vincenzo Traniello (Cisl), Fabrizio Truono (Uil), il presidente di Confindustria, Agostino Ballone. Alla tavola rotonda sul tema "Testimonianze di un impegno comune" hanno invece partecipato l'assessore Marinella Sclocco, il giornalista del Centro, Domenico Ranieri, il presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo, il professor Christian Corsi (Unite), Gianluca Nardone (Fater) e Alessandro Falcolini (Sevel). Il generale Claudio Quarta (comandante Cna Carabinieri Abruzzo), ha illustrato le finalità del polo previdenziale dell'Arma, con sede a Chieti. QUANTI SIAMO. Il bilancio fotografa la realtà al 1° gennaio 2017, con una popolazione residente che in regione ammonta a un milione 322mila 247 residenti. Di questi, 847mila rappresentano la popolazione attiva, e 555mila la forza lavoro. Gli occupati sono 491mila, e 64mila coloro che cercano un lavoro. Le aziende iscritte sono circa 37mila, mentre gli enti pubblici datori di lavoro sono 792.LE PENSIONI. Delle 431mila pensioni gestite dall'Inps in Abruzzo, ha evidenziato il presidente Pantalone nel corso del suo intervento, 328.938 sono di natura previdenziale, sono cioè legate ai versamenti effettuati; 80.252 sono quelle erogate agli invalidi civili (comprese le indennità di accompagnamento). Gli assegni sociali sono 21.830. La spesa totale è pari a circa tre miliardi e 688 milioni di euro. La spesa per le pensioni del settore pubblico ammonta a un miliardo e 680 milioni, a fronte di 71.027 trattamenti erogati (dei quali il 51% in favore di donne), con un importo medio mensile di circa 1820 euro. Nel settore privato, invece, l'importo medio ammonta a circa 1200 euro al mese per le pensioni di anzianità. Quelle di vecchiaia oscillano dai 500 ai 500 euro mensili. CHI HA PERSO IL LAVORO. Gli ammortizzatori sociali pagati dall'Inps in Abruzzo, al primo gennaio 2017, ammontavano a 416 milioni, di cui 243 per indennità di disoccupazione. Hanno riguardato circa 37mila persone. Altri 46 milioni sono stati versati per la mobilità e quasi 73 milioni per indennità di malattia e maternità. Altri 12 milioni sono stati erogati per cassa integrazione guadagni. «Dato interessante», ha detto Pantalone, «risulta quello relativo alle ore autorizzate di Cig, che sono più che dimezzate rispetto all'anno precedente».LE ENTRATE. Nel periodo di riferimento, i contributi previdenziali riscossi dalle sedi dell'Inps in Abruzzo dalle varie categorie di lavoratori privati ammontavano a un miliardo e 653 milioni, segnando un incremento del 2% rispetto all'anno precedente. «Da questo quadro», ha aggiunto ancora Pantalone, «emerge con forza un dato: le risorse per l'erogazione delle pensioni non sono controbilanciate dalle entrate. Se si allarga la discussione sul versante del welfare, le prestazioni assicurate dal sistema hanno imposto risorse ulteriori in uscita».Un problema di non poco conto per l'Inps, ha sottolineato il presidente del Civ, Guglielmo Loy, soprattutto in un momento nel quale la politica annuncia cambiamenti epocali. Il contratto di programma in via di definizione da parte dei partiti pronti a formare il nuovo governo potrebbe produrre cambiamenti significativi anche nelle dinamiche dell'Inps. E di questo bisognerà tenerne conto.