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Data: 15/05/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Rigopiano, fiori e lacrime per le 29 vittime

FARINDOLA Aspettano ancora l'arrivo della turbina, sono i familiari delle vittime di Rigopiano, che ieri in una cerimonia privata con una delegazione composta dall'ex corridore Vittorio Adorni, dal vice direttore del Giro Stefano Allocchio, dal delegato abruzzese della Rca Maurizio Formichetti e dal corridore teatino Giulio Ciccone hanno ricordato i 29 morti di quel tragico 18 gennaio 2017, quando la valanga di neve e detriti spazzò via il resort. La sera del 17 gennaio la neve cadeva copiosa, a terra c'erano più di settanta centimetri, le strade venivano pulite col vomere, che sollevava grandi cumuli ai bordi della carreggiata. Sarebbe servita una turbina, che non arrivò. e loro aspettano ancora. Arrivò invece la valanga alle 16,48.
Casualità, errori, leggerezze, manchevolezze, ma delle quaranta persone solo undici riuscirono a salvarsi. L'unica turbina in grado di liberare la strada era rotta in un garage di Pescara, l'altra era al lavoro per accontentare qualcuno, ma loro aspettano ancora. Ieri il comitato lo ha ribadito con due striscioni attendendo per due ore l'arrivo della Rcs. Ciccone, commosso, si è sentito onorato di rappresentare l'intera carovana rosa e con l'ex campione del mondo Adorni ha deposto due mazzi di fiori sotto alle foto delle vittime. Poi i loro nomi scanditi come i rintocchi di una campana risuonavano nel silenzio tra le lacrime e il vento.
I RICORDI
Ieri il sole ha atteso la cerimonia, poi la pioggia. Marcello Martella, papà di Cecilia, una delle ragazze che lavorano nella spa, ha consegnato a Giulio Ciccone una pettorina con i nomi delle 29 vittime: «Per me pedalare su questa salita sarà ancora più importante dell'arrivo di ieri a Campo Imperatore. Conosco bene questa strada per averla percorsa moltissime volte in allenamento, ma non ci ero mai più tornato dopo la tragedia. Ricordavo una fontana presso la quale mi fermavo spesso a rinfrescarmi e oggi ho visto che anche quella non c'è più. Ricordo benissimo quella sera: ero a casa con i miei genitori e quando ho sentito la notizia al telegiornale, mi sembrava impossibile che una cosa del genere fosse successa a due passi da casa. Mi impegnerò al massimo, su questa salita, per onorare le vittime». Anche Stefano Allocchio, direttore di corsa, visibilmente emozionato ha letto un messaggio ricordando come nel corso degli anni il Giro è stato sensibile alle varie tragedie del Paese: «In questi momenti il nostro evento propone con la sua forza mediatica alla riflessione e al ricorso fatti ed episodi che esulano dall'ambito sportivo ma che coinvolgono la coscienza e il dolore di tutti. Qui mi faccio interprete dei sentimenti e della commozione di tutto il Giro d'Italia per onorare la memoria delle vittime e il lutto delle loro famiglie per questa triste e drammatica vicenda».
Anche Adorni ha lasciato il suo ricordo di quel 18 gennaio: «Quando al Giro ci sono eventi simili cerchiamo di portare sollievo alle famiglie, quando ho saputo di Rigopiano ero a Parma, a casa, una cosa del genere ti prende e ti resta dentro». Gianluca Tanda, fratello di Marco morto con la fidanzata Jessica sotto le macerie e presidente del Comitato delle vittime, ha commentato positivamente il passaggio della corsa a Rigopiano, tornando però a chiedere giustizia per le persone scomparse: «Ci aspettavamo questa cerimonia, il Giro ha ridato visibilità a questa strage, più che tragedia. Il Giro non sarebbe passato qui a Farindola se le autorità avessero fatto il loro dovere, per questo abbiamo scritto sugli striscioni della mancata turbina. Abbiamo interesse che venga fatta giustizia e verità. Saliremo a Rigopiano durante il passaggio della corsa per vigilare, i nostri cari, saranno insieme a noi e ci guarderanno»

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