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Pescara, 24/11/2024
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Data: 16/05/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Gioco d'azzardo, Abruzzo primo in Italia. Puntate medie pro capite di 1.700 euro: più della Lombardia. Tra le vittime anche impiegate che si prostituiscono per debiti

PESCARA C'è l'impiegata che arriva a prostituirsi per fare fronte ai debiti accumulati con le Slot. O l'imprenditore, costretto a dichiarare fallimento dopo aver perso tutto con le scommesse online, e il professore, che senza aver mai messo piede in una sala giochi si è rovinato con lo smartphone, restando comodamente sdraiato sul divano di casa.
LA CLASSIFICA. Il report elaborato dall'Ufficio parlamentare di bilancio consegna dell'Abruzzo l'immagine della regione italiana con la raccolta pro-capite più alta: 1767 euro che prendono il volo tra slot machine, tagliandi della fortuna, scommesse online, lotterie. Dopo di noi la Lombardia (1748 euro) e l'Emilia Romagna (1668). Il dato abruzzese è più alto anche della media italiana (1475), e di quelle del Nord (1579), del Centro (1549) e del Mezzogiorno (1291). Un business, quello del gioco, che da una parte rovina le famiglie, dall'altro crea posti di lavoro e fa incassare allo Stato somme a nove zeri. Per quanto riguarda, invece, la percentuale del reddito disponibile che viene destinata al gioco, l'Abruzzo con il suo 9,7% è seconda soltanto alla Campania (10,2%). Un dato, questo, che fotografa la propensione a spendere per i giochi. I NUMERI IN ITALIA. Nel 2016, sulla scorta degli ultimi dati disponibili, il gettito entrato nelle casse dello Stato si aggira sui 10 miliardi di euro, praticamente lo 0,6% del Pil e il 2% delle entrate tributarie. La raccolta ipotizzata, al 2017, è di circa 102 milioni di euro. Le aziende che lavorano direttamente nel settore sono circa 1300, alle quali vanno aggiunte le oltre cinquemila dell'indotto, che in totale fa circa centomila posti di lavoro. Praticamente, più dei dipendenti della Fiat in Italia (81.000, secondo dati di Mediobanca). Un trend in salita, che non conosce crisi. Anzi, all'aumentare delle difficoltà da parte delle famiglie, aumenta anche la percentuale di reddito destinata al gioco. IN ABRUZZO. Nella nostra regione, sempre secondo il report dell'Ufficio parlamentare di bilancio, il 30% di chi scommette con la sorte lo fa attraverso giochi tradizionali; solo il 5,7% si dedica alle scommesse vere e proprie, e ben il 64,3% tenta la fortuna con i giochi di nuova generazione: casinò online e varie tipologie di slot, sempre virtuali, ma che fanno perdere soldi veri visto che per registrarsi è necessario possedere carte di pagamento elettroniche belle "cariche". Se in Italia vivono 15 milioni di giocatori abituali (2 milioni a rischio di patologia e 700 mila quelli patologici conclamati, secondo dati del Sert di Pescara), in Abruzzo la percentuale è leggermente superiore alla media nazionale. Nella sola città di Pescara vivono 1500 persone dedite al gioco patologico. Di questi, circa 150 sono in cura nel servizio riservato alle ludopatie, istituto nei locali del Sert.

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