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Data: 17/05/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Lega e M5s stringono. Staffetta per il premier. Il nome (oppure i nomi) entro domenica, ma per ora non c'è l'accordo. Pronto il contratto, Mattarella però fa sapere non vuole solo una bozza. Programma di 40 pagine, sei i nodi. Ci sono i vaccini, ma non l'euro

ROMA Lega e Movimento Cinque stelle stringono l'accordo sul programma. Ora, entro domenica, trattativa a oltranza per l'intesa sul premier, con l'ipotesi sempre in campo di una staffetta tra i leader a Palazzo Chigi. In un vertice notturno i due leader hanno limato il programma e sono tornati sulla questione del premier, senza escludere il principio della staffetta, con Luigi Di Maio in pressing su Salvini, ancora freddo al riguardo, per ottenere il mandato di partenza. Intanto, la futura maggioranza giallo-verde raggiunge un primo importante passo lungo la strada verso la formazione di un governo, un passo necessario ma non ancora sufficiente: ora hanno il compito fondamentale di dialogare e trovare una via d'uscita comune con il Capo dello Stato sulla struttura dell'esecutivo. Il Colle, dal canto suo, dopo le polemiche sulla bozza «no-euro», ammonisce che il suo ruolo è esaminare solo testi definiti, frutto delle responsabilità dei partiti, certamente non bozze preparatorie. Sergio Mattarella non prende la parola, tuttavia molti osservatori politici sono convinti che, dopo oltre 70 giorni di trattative, porrà l'accento sulla necessità che l'Italia non perda la credibilità conquistata negli ultimi mesi, avanzando proposte che mettano a rischio la tenuta dei conti e del tutto incompatibili con i vincoli europei. Ad ogni modo, dopo giorni di lavoro febbrile, il tavolo tecnico trova il tanto sospirato accordo, lasciando aperti solo pochi nodi che vengono affrontati dall'ennesimo faccia a faccia tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Si tratta di temi molto importanti, dal fiscal compact alle grandi opere, dall'immigrazione alla sicurezza. Tuttavia i protagonisti giurano che si tratta solo di limare posizioni non troppo distanti, problemi sostanzialmente risolvibili. Il contratto si traduce in un documento di oltre 40 pagine, in cui s'è trovato un punto di equilibrio sui temi cari alle due forze politiche, dalla legittima difesa alle pensioni d'oro, dall'abolizione della Fornero al reddito di cittadinanza. Nel testo non c'è traccia dell'uscita dell'euro e si pone l'accento sulla tutela dei risparmiatori. «Siamo orgogliosi e soddisfatti perché in 6 giorni abbiamo fatto un lavoro enorme su un contratto di governo molto ambizioso», sintetizza Alfonso Bonafede (M5S), al termine dei lavori. «I punti di convergenza - conclude - sono stati tanti e il risultato è enormemente positivo». Soddisfatto anche il leghista Claudio Borghi: «Siamo riusciti a mettere sul tavolo una enorme mole di proposte e grazie a un lavoro molto proficuo siamo riusciti a trovare una soluzione positiva per tutti». Definito il programma - che sarà approvato dai gazebo di Lega e M5s nel fine settimana - sul tavolo rimane il nodo centrale del futuro premier e la squadra di governo. Quello che sembra certo è che sarà un politico. Sia Matteo Salvini, sia Luigi Di Maio, fanno sapere in pubblico di essere disponibili a un «passo di lato» pur di far partire l'esecutivo. Anche se la partita sembra essere sempre più ristretta a loro due. I rumors di Montecitorio rilanciano le chances anche dei pentastellati Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro. Restano alte le quotazioni del leghista Giancarlo Giorgetti. Per quanto riguarda i ministeri Salvini su Facebook ribadisce la richiesta di avere per il suo partito la delega agli Interni e all'Agricoltura. «Nel contratto c'è la difesa dei confini e credo che un ministro della Lega possa fare da garante. Se parte un governo dimezzeremo i centri di accoglienza per mettere più soldi sulle espulsioni».

Programma di 40 pagine, sei i nodi. Ci sono i vaccini, ma non l'euro

Via la richiesta di procedure europee per l'uscita dall'euro «per evitare strumentalizzazioni», dentro la richiesta di scorporo dal computo del rapporto debito-Pil dei titoli di stato di tutti i Paesi europei ricomprati dalla Bce. E poi il taglio delle pensioni d'oro, ma solo quelle derivanti dal retributivo, revisione della Fornero, rimpatri più facili, reddito di cittadinanza e flat tax ma anche nuovi temi come i vaccini o la Tav. Il contratto di governo tra Lega e M5s è ultimato e le due forze politiche tirano, soddisfatte, un sospiro di sollievo: in pochi giorni è stato fatto un lavoro «titanico» smussando i punti di frizione, limando le asperità e valorizzando i punti di contatto comuni. Un lavoro che ha portato a moltiplicare le tematiche affrontate e ridotte ad un fitto capitolato ora all'attenzione dei due leader politici. Che dovranno dare l'ok a tutto l'impianto sciogliendo le riserve su una manciata di argomenti delicati demandati al loro definitivo lasciapassare: dall'immigrazione alla sicurezza, fino alle grandi opere, al fiscal compact e, non ultimo, al nodo del conflitto di interessi. E a quello dei rapporti con l'Europa che ha già scatenato l'allarme. Se otterrà il via libera di Salvini e Di Maio il contratto per il governo di cambiamento, in tutto quaranta pagine, potrebbe quindi essere trasmesso al Colle per «cortesia istituzionale». La stessa seguita quando una copia con i punti di massima del contratto era stata lasciata al Quirinale nella consultazione di lunedì. Nel contratto ci sarà anche il Comitato di conciliazione in sede al governo. Servirà a creare un ponte tra Parlamento, Governo e forze politiche contraenti e sarà composto dal premier, dal Ministro competente per materia, dai capigruppo, dal Capo politico del M5S e della Lega. «Comitato conciliazione? Esiste, si chiama Consiglio di gabinetto» afferma il giurista Giacinto Della Cananea.

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