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Data: 18/05/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Contratto, il costo può arrivare a 150 miliardi

ROMA Un conto già annunciato di 50 miliardi, che però potrebbe lievitare fino al doppio o al triplo. Il programma per un governo di cambiamento voluto da M5S e Lega è chiuso, anche se molte delle misure sono enunciate solo in termini generali. Ma è già chiaro che attuarlo tutto avrà costi stratosferici per il bilancio dello Stato, a fronte di tre fonti di copertura a loro volta generiche: taglio degli sprechi, gestione del debito (ovvero presumibilmente risparmio sugli interessi) e ricorso al deficit, in misura che andrà in qualche modo discussa con l'Unione europea. Partiamo dalle voci il cui impatto finanziario è esplicitato nel programma. C'è la revisione della legge Fornero, sulla carta uno dei punti più esplosivi, i cui oneri vengono però limitati a 5 miliardi l'anno. Per il reddito di cittadinanza, provvedimento-simbolo per il Movimento 5 Stelle, viene ipotizzato un esborso di 17 miliardi, più o meno in linea con quello previsto per il disegno di legge a suo tempo presentato dai senatori grillini. Siccome per attuarlo occorrerà un radicale riassetto dei centri per l'impiego, a questo fine sono specificamente destinati 2 miliardi. Prima ancora di accingersi ad attuare le proprie promesse, il nuovo esecutivo dovrà però onorare l'impegno lasciato in eredità dal precedente, evitando lo scatto degli aumenti Iva: per farlo è necessario trovare 12,5 miliardi nel 2019 e quasi 20 l'anno successivo. Fin qui le cifre almeno provvisoriamente certe. Molto più complicato valutare l'effetto di altre misure che pure hanno un posto importantissimo nel programma. Ad esempio la rivisitazione dell'Irpef basata su due aliquote e deduzioni per assicurare la progressività potrebbe costare 50 miliardi, ma questo conteggio include già la cancellazione di quasi tutte le detrazioni di imposta e delle altre agevolazioni.
LE SPESE
Un'altra promessa riguarda le accise secondo Salvini dovrebbero essere cancellate quelle «anacronistiche» introdotte nei decenni scorsi per far fronte a catastrofi o altre emergenze. Scorporarle dagli attuali prezzi dei carburanti non è in realtà così semplici, ma un taglio significativo potrebbe provocare un minor gettito di circa 5 miliardi. E altrettanti verrebbero a mancare allo Stato se fossero drasticamente ridotte o addirittura messe al bando slot machines e altri apparati per il gioco pubblico. Tornando alla previdenza, è stata annunciata l'intenzione di ridurre le pensioni al d sopra dei 5 mila euro mensili netti, non giustificate dalla contribuzione. Ma questa operazione, comunque tecnicamente complessa, garantirebbe risparmi limitati: certo meno della somma necessaria per implementare la pensione di cittadinanza a 780 euro mensili per gli attuali pensionati al minimo o sociali: da 4 a 20 miliardi a seconda delle modalità di attuazione. Ci sono poi una serie di spese elencate e tutte da quantificare: dalle provvidenze per le famiglie e i disabili, alle assunzioni delle forze dell'ordine. In tutto si può arrivare anche a 150 miliardi, ma i numeri veri si potranno capire solo con la prossima legge di Bilancio.

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