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Data: 19/05/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
L'Atac sospende la “pasionaria” Quintavalle «Intervista in televisione senza essere autorizzata»

«Sospesa dal servizio in via preventiva e a tempo indeterminato ». È questa al lettera che la leader di CambiaMenti 410, Micaela Quintavalle, soprannominata la pasionaria, si è vista consegnare ieri dopo aver effettuato un turno ed entrando in rimessa. Alla sindacalista viene contestata la partecipazione e quanto detto nel corso della trasmissione televisiva Le Iene. Quintavalle era intervenuta in tv dopo che due bus si erano incendiati in strada, uno a via del Tritone e uno in periferia: «Non si fa manutenzione - aveva detto - non ci sono pezzi di ricambio. Anche una vettura che stavo guidando si è incendiata, sono anni che denuncio questa situazione ». E proseguiva: «I colleghi che segnalano i guasti sul foglio vengono inseriti in una black list, gli vengono fatti i dispetti, li tolgono dagli straordinari. Hanno paura e quindi finiscono per non segnalare». La municipalizzata contesta alla sua dipendente, tra le altre cose, «di aver utilizzato impropriamente la divisa e la vettura aziendale e la documentazione messa a disposizione dall’azienda per scopi non attinenti alla sua prestazione lavorativa» durante il servizio della trasmissione televisiva. Sempre secondo l’azienda, «con i comportamenti e le dichiarazioni rilasciate violava i principi di buona fede e correttezza, diligenza e riservatezza, generando inoltre la convinzione negli ascoltatori che l’azienda faccia circolare su strada vetture che non sono idonee a garantire le basilari norme in materia di sicurezza». L’azienda di via Prenestina ha deciso di intervenire, dopo aver soprasseduto altre volte in passato, anche perché la sigla sindacale della Quintavalle non è formalmente riconosciuta, quindi a lei si applicano le norme valide per tutti i dipendenti. Ma la sospensione rischia di diventare un caso politico: la pasionaria aveva apertamente appoggiato i Cinque stelle e Virginia Raggi, e ora viene censurata proprio durante l’amministrazione pentastellata. Quintavalle, in un video postato su Facebook, racconta le sue ragioni: «Non sono venuta a lavorare ubriaca o drogata, non ho mancato di rispetto alla cittadinanza o a unsuperiore, non ho scoperto un turno per fare i cavoli miei, non ho causato disservizio, non mi sono comportata male sul lavoro».

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