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Data: 21/05/2018
Testata giornalistica: Il Centro
La città abbraccia Pace: uomo d'altri tempi. L'omaggio al politico che guidò l'Abruzzo: in centinaia alla camera ardente in Provincia. Oggi i funerali a San Giustino

CHIETI Un via vai silenzioso di gente ha affollato ieri mattina la sala consiliare della Provincia, dove è stata allestita la camera ardente dell'ex presidente della Regione Giovanni Pace, morto sabato a 84 anni. Tutti a stringersi intorno ai tre figli Carolina, Elvira e Giancarlo e alla moglie Maria Troiani. A ricevere la folla affranta c'erano anche gli amici di partito, dal consigliere regionale Mauro Febbo, al parlamentare Fabrizio Di Stefano, all'assessore comunale Mario Colantonio e al consigliere comunale e provinciale Emiliano Vitale, tutti ex Alleanza Nazionale e molto vicini all'ex presidente. Tra la gente comune sfilano anche i big della politica. C'è il parlamentare di Forza Italia Nazario Pagano che ricorda di aver stretto i legami con Pace quando dal 2000 al 2005 guidò la Regione: «Fui eletto in consiglio regionale per la prima volta con lui», dice, «e dunque quella elezione la devo anche a lui. Da cui ho imparato molto. Era un professionista prestato alla politica a cui si era avvicinato portando valori saldi e forti principi». Arriva anche la bandiera della destra pescarese e abruzzese Raffaele Delfino, che dall'alto dei suoi 87 anni ricorda le battaglie fatte con Pace 60 anni fa: «Era un grande amico e un grande camerata», commenta. Utilizza un termine da Ventennio e glielo facciamo notare. E lui ribatte pronto: «In francese compagno non si dice camarade? E dunque credo di poter usare questo termine». Arrivano anche il sindaco Umberto Di Primio, il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia Etel Sigismondi, l'ex presidente del consiglio regionale Giuseppe Tagliente, il vice sindaco di San Giovanni Teatino Giorgio Di Clemente, l'ex assessore regionale Giorgio De Matteis e il senatore Paolo Tancredi. Non sono mancati i giovani, come il presidente regionale della Gioventù nazionale Roberto Miscia e Nicola D'Ambrosio, membro sempre di Gn. Ma non c'era solo la destra ad omaggiare Giovanni Pace. Sono arrivati anche il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, il presidente della Provincia Mario Pupillo, gli assessori regionali Silvio Paolucci e Giorgio D'Ignazio e il vice presidente del consiglio regionale Lucrezio Paolini. E poi c'erano gli amici di sempre. Come l'avvocato Paolo Quinzio e Giorgio Mili, con cui Pace era solito prendere l'aperitivo al Bar Vittoria seduto sotto i portici di corso Marrucino. Oppure come l'ex consigliere comunale Enrico Bucci. E poi il costruttore Teresio Cocco, che ricorda come il nonno di Giovanni Pace, che si chiamava come lui, era geometra capo in Provincia: «Vederlo ora riposare in questa camera ardente allestita in questo luogo», dice, «mi fa pensare che è come se lo vegliasse il nonno». Nel pomeriggio di ieri è arrivato anche l'arcivescovo Bruno Forte che non potrà officiare il rito funebre previsto per oggi alle 16 in cattedrale.

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