Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/07/2024
Visitatore n. 738.559



Data: 22/05/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Parco del Lavino, misure cautelari in vista

Fa un passo avanti importante l’inchiesta sul Parco del Lavino, con la richiesta di due misure cautelari da parte della Procura di Pescara. Nel mirino, due dei principali indagati della prima ora, il dirigente della Provincia di Pescara Paolo D’Incecco, responsabile del servizio viabilità e in questa veste indagato anche per il disastro di Rigopiano, e l’architetto Gianluca Marcantonio, titolare di un importante studio di progettazione di opere pubbliche, uomo vicinissimo al governatore Luciano D’Alfonso. Per entrambi i Pm Massimiliano Serpi e Anna Rita Mantini, vale a dire i massimi vertici della Procura, hanno chiesto l’interdizione dall’ufficio pubblico e dalla professione, alla luce dei gravi indizi di responsabilità nel tentativo di turbativa della scelta dei progettisti per un appalto da tre milioni di euro. Il Gip Sarandrea deciderà domani, dopo aver ascoltato D’Incecco: l’interrogatorio preventivo, obbligatorio per i pubblici ufficiali, non è invece richiesto per il professionista. La richiesta di misure cautelari, peraltro tra le più blande tra quelle previste dal codice di procedura, misura i progressi del lavoro investigativo dopo la nuova ondata di sequestri di atti da parte della squadra mobile pescarese. A marzo dello scorso anno, dopo lo stralcio disposto dalla Procura aquilana dalla emga inchiesta sugli appalti della Regione, la mobile si presentò in forze negli uffici della Regione in viale Bovio per acquisire nuove carte sul progetto di realizzazione del parco didattico del fiume Lavino. D’Incecco e Marcantonio, un professionista di altissimo livello, nominato un anno fa nel Consiglio superiore dei lavori pubblici, sono indagati per il tentativo di turbativa del procedimento amministrativo della scelta dei progettisti. Insieme a loro risultano indagati altri due professionisti, l’architetto Enrico Di Paolo e il geometra Tino Sandro Di Pietrantonio, il presidente della Regione Luciano D’Alfonso e il dirigente regionale Fabio Ferrante, ex assessore comunale a Lettomanoppello e distaccato nello staff del governatore. Ipotesi di reato più pesanti, riguardano poi il presidente dalla Provincia Antonio DiMarco e il dirigente Paolo D’Incecco, che rispondono di corruzione insieme al pool di progettisti Gianluca Di Marcantonio, Enrico Di Paolo, Tino Sandro Di Pietrantonio, Giovanni Ciccone e Mauro Zaccagnini; oggetto dello scambio illecito sarebbe un progetto preliminare redatto dai privati e fatto passare come parto della Provincia. Sarebbe stato questo, a parere degli inquirenti, il primo passo verso la gestione completamente addomesticata dell’opera pubblica, con la predisposizione di bandi su misura per i progettisti da beneficiare, in modo da evitare le procedure di evidenza pubblica. L’appalto di progettazione e realizzazione del Parco del Lavino, un’ara naturalistica attrezzata a cavallo tra i Comuni di Lettomanoppello, Abbateggio, Roccamorice e Scafa, tradizionali roccaforti elettorali del centrosinistra pescarese, assume un valore simbolico addirittura superiore ai tremilioni di euro messi sul piatto dall’ente pubblico. Si tratta del primo degli interventi del Masterplan destinato ad andare in cantiere.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it