Dal sisma del 2009 L'Aquila ha perso novemila studenti. Il dato, definito «preoccupantissimo», è stato diffuso ieri dai sindacati della scuola, quasi al completo, nel corso di una conferenza stampa. Erano presenti Enio Taglieri (Uil), Carlo Frascari (Snals regionale), Maria Rosaria Lupi (Snals L'Aquila), Cinzia Angrilli (Cgil regionale), Pino Belmonte (Cgil L'Aquila), Fiorella Tortiello (Cisl L'Aquila). Un grido d'allarme vero e proprio che riguarda tutto l'Abruzzo, in calo di studenti e docenti e alle prese con una definizione dei prossimi organici che mette a rischio il futuro dell'istruzione, in particolare nei piccoli comuni interni: ci sono, in prospettiva, posti di lavoro in bilico, istituti a rischio chiusura, disagi per le comunità. Ecco perché i sindacati lanciano un appello preciso sia al Miur che all'Ufficio scolastico regionale: la possibilità di derogare dall'attuale regime, «applicato con mano pesante», che impone parametri rigidi per la composizione delle classi e, dunque, mette a repentaglio l'intero sistema.
La Angrilli ha esordito parlando di «numeri preoccupanti», di «situazione più grave di ciò che sembra», dell'ulteriore calo di 2.117 iscritti in Abruzzo rispetto allo scorso anno, facendo appello alla politica affinché «si interroghi sui problemi veri»: «Dal sisma abbiamo avuto solo aiuti straordinari, ci hanno dato contentini senza aver consolidato nulla». L'esempio è Teramo, dove si sono volatilizzati 34 posti precari. Taglieri ha detto che nell'organico docente del prossimo anno sono stati assegnati 76 posti in più, «ma si rischia di perderli» a causa degli accorpamenti delle classi. Frascari ha evidenziato il caso eclatante della scuola dell'infanzia, che ha perso oltre 800 alunni. E poi c'è la questione dell'edilizia scolastica: «Si stanno costruendo plessi nuovi ha aggiunto che rischiano di diventare cattedrali nel deserto. C'è anche chi dice intanto costruiamo, male che va le daremo agli anziani. Bisogna rimodulare la spesa per gli edifici esistenti». La sofferenza della provincia dell'Aquila è dovuta, secondo i sindacati, all'applicazione «troppo violenta» delle norme, che mette in sofferenza i piccoli istituti, con conseguente possibile fuga dalle comunità. «C'è bisogno di un tavolo complessivo ha concluso -, di una riflessione epocale». Tortiello ha parlato di «territori desertificati» e ha attaccato la riforma della Buona scuola, «che non ha portato nulla di buono». «All'Aquila si somma tutto ha detto Lupi La politica non ha dato attenzione. Si registra un calo di 374 iscritti, ma dal 2009 sono stati persi 9 mila alunni, andati in luoghi dove c'era un'offerta, la possibilità di stare tranquilli. Non è stata ricostruita neanche una scuola». Belmonte ha esteso il ragionamento ai possibili rischi, futuri, anche per le scuole superiori.