Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.934



Data: 22/05/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Pilkington, le richieste per salvare posti di lavoro. San Salvo, all'appello del sindaco rispondono parlamentari e politici regionali. Le soluzioni: ammortizzatori sociali e il riconoscimento del lavoro usurante

SAN SALVO Il malato è grave ma curabile. Occorre tuttavia trovare la cura in fretta. E' questa la diagnosi fatta ieri alla riunione per la Pilkington. Il presidente Graziano Marcovecchio e i rappresentanti sindacali di Cgil Cisl Uil e Cobas non hanno esitato a sollecitare ai parlamentari abruzzesi e ai politici regionali, convocati dal sindaco, cure, risorse e attenzione per la sopravvivenza.
All'appello di Tiziana Magnacca hanno risposto Giovanni Lolli, Alberto Bagnai, Giuseppe Bellachioma, Gianfranco Rotondi, Nazario Pagano, Camillo D'Alessandro, Carmela Grippa e Luciano D'Alfonso. Per la Regione erano presenti anche Pietro Smargiassi, Silvio Paolucci e Mauro Febbo. Tanti i sindaci del territorio. Davanti alla folta platea di lavoratori, il sindaco ha ribadito la delicatezza del momento e la necessità di intervenire per salvare non solo un'industria ma l'intero Abruzzo. «Va trovato il modo per dare alla Pilkington la possibilità di restare a San Salvo non uno ma 20 anni», ha detto la Magnacca. Duro e senza giri di parole l'intervento dei sindacati. «La politica», ha detto Emilio Di Cola ( Cgil), «negli ultimi anni ha abbandonato questa zona ignorando i sacrifici dei tanti lavoratori. Serve almeno un piano sociale per salvare l'occupazione dei giovani. Ma quello che oggi si promette va mantenuto. Fatti non parole». Durissimo Franco Zerra (Cisl). «Gli appelli lanciati al capezzale della Golden Lady e di tante altre aziende morenti è stato ignorato. I grandi politici sono lungimiranti e fanno le scelte giuste. L'Automotive cambierà. Gli investimenti vanno fatti ora. La politica torni a fare la politica». Lo stesso hanno chiesto Arnaldo Schioppa (Uil) e Domenico Ranieri (Cobas).Alcune medicine per Pilkington sono urgenti: riconoscimento del lavoro usurante per chi opera in fabbrica e prolungamento degli ammortizzatori sociali. Altri rimedi(acqua, servizi e trasporti) possono aspettare ancora un pò, ma non troppo. A settembre però 140 lavoratori dovranno lasciare la fabbrica.«Un anno fa erano 228», ha rimarcato Marcovecchio, «ora sono 140 grazie ad un impegno continuo portato avanti con i sindacati. Lo stesso impegno che ha convinto il nostro azionista ad avviare a San Salvo il centro di sviluppo e ricerca piuttosto che in una fabbrica europea delle nostre consorelle». Poi, rivolto ai politici, Marcovecchio ha proseguito: «Occorre un'attenzione quotidiana. Ascoltateci. Assicurate l'acqua, l'energia e le strade». La politica ha promesso attenzione. D'Alfonso e Lolli hanno garantito il loro impegno. «Ma Pilkington deve investire e gli investimenti devono produrre lavoro», ha insistito Lolli. Oggi a Chieti, convocata dal prefetto, ci sarà una riunione per far sì che attraverso la diga di Chiauci possa arrivare alla Pilkington l'acqua di cui ha bisogno senza toglierla al turismo e all'agricoltura. «Accettiamo la sfida trovando criteri oggettivi che consentano l'accesso agli ammortizzatori sociali», ha detto Camillo D'Alessandro. Un suggerimento è arrivato dal consigliere Mauro Febbo: « L'Abruzzo si batta per le Zees, zone economicamente svantaggiate. Tutti insieme, ognuno faccia la sua parte per trovare risorse».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it