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Data: 22/05/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Verso il nuovo Governo - C'è il nome, è Conte «La Ue si fidi di noi». Indicazione di Di Maio e Salvini al Quirinale: «Sarà premier politico». Duello con il Ppe. Il capo dello Stato riflette, convoca Casellati e Fico. Mattarella, 48 ore per l'incarico. Il presidente fissa i suoi paletti. Preoccupazione sui conti pubblici e articolo 95

ROMA Lega e M5s confermano al Presidente della Repubblica le indiscrezioni della vigilia e portano al Colle il nome del 54enne Giuseppe Conte come il loro candidato alla presidenza del nascituro governo giallo-verde. Il docente di diritto privato, una cattedra a Firenze, componente del Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa e avvocato cassazionista del Foro di Roma è il profilo che mette d'accordo i due partner di governo ma soprattutto è la carta che Luigi Di Maio e Matteo Salvini si giocano per convincere il Colle e rassicurare l'Europa, nel giorno in cui i mercati già minacciano l'assedio al nuovo esecutivo. Che ancora prima di prendere forma se la deve vedere con le pressioni dello spread, schizzato ad un passo da quota 190, ai massimi dallo scorso giugno, il calo della Borsa di Milano, i giudizi negativi delle agenzie di rating, con Fitch che avverte del pericolo di una crescita del rischio-Paese. E con le dichiarazioni al curaro del leader del Ppe, Manfred Weber, che mette in guardia l'Italia dal rischio di provocare una nuova crisi dell'euro: «State giocando col fuoco». Così, mentre Sergio Mattarella, preoccupato per le reazioni dei mercati, convoca per oggi i presidenti di Camera e Senato, i due leader delle forze giallo-verdi si lanciano all'attacco. E mentre Luigi Di Maio mantiene un profilo più low, limitandosi a chiedere all'Ue di consentire al governo del cambiamento di dare prova della sua affidabilità, «poi ci criticate, ma almeno fateci partire», Matteo Salvini è tranchant. «Weber pensi alla Germania che al bene degli italiani ci pensiamo noi», ruggisce il segretario del Carroccio. «Scherza col fuoco chi non rispetta la democrazia», gli fa eco il M5s anche se è soprattutto il leader della Lega, in procinto di incontrare in settimana lo stratega di Donald Trump Steve Bannon, che va all'affondo. «Io sono civile, educato e rispettoso, ma basta. Come è possibile farsi dare minacce e ordini da chi ha portato l'Italia al massimo della precarietà?». Di certo non aiuta la causa gialloverde l'endorsement del Front National con Marine Le Pen che esulta per le notizie sull'imminente governo Lega-M5s: «I nostri alleati arrivano al potere e aprono prospettive strabilianti, innanzitutto con il grande ritorno delle Nazioni!». È uno scenario, quello che sta montando intorno al governo Lega-M5s, che non rasserena il Capo dello Stato che ora intende vagliare con cautela la composizione della squadra di governo che Di Maio e Salvini affermano di avergli consegnato. Come le tensioni sui mercati, al Presidente preoccupano in particolare i ministri economici e in particolare quello del Tesoro per il quale è in predicato anche l'allora ministro del governo Ciampi, Paolo Savona, economista anti-euro. Ma i due leader glissano sulla composizione della squadra. Il leader M5s parla di un «giorno storico» e assicura che con questo governo partirà la «terza Repubblica»e che il candidato premier prescelto «tutti se lo immaginano come una persona debole, invece è uno veramente tosto. E incarna i valori M5s». Salvini dice: «Nessuno ha niente da temere dalle nostre politiche economiche» e promette di voler ridurre il debito e voler far crescere il paese «rispettando tutte le normative e i vincoli». Si chiude, intanto, la possibilità di un allargamento a Fdi.

Mattarella, 48 ore per l'incarico. Il presidente fissa i suoi paletti. Preoccupazione sui conti pubblici e articolo 95

ROMA L'ultimo argine del Colle al governo giallo-verde in materia di politiche internazionali ed economiche si manifesta e palesa tutti i timori che stanno venendo a galla alla vigilia di un incarico a Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio non è una mera figura simbolica, un semplice esecutore, tanto meno si può pensare che certifichi quanto gli chiedono i ministri. Casomai il contrario, ha detto in sostanza il presidente della Repubblica a Luigi Di Maio e Matteo Salvini che ieri gli hanno consegnato il nome del giurista foggiano. Ma Sergio Mattarella è molto preoccupato e non lo ha nascosto alle delegazioni di Lega e Movimento Cinque stelle salite al Quirinale in rapidissima successione. Una preoccupazione concreta che ha spinto il capo dello Stato a prendersi una pausa di riflessione che si annuncia piuttosto profonda.Molto probabile che si tratti di una meditazione di 48 ore visto che domani ha convocato i presidenti di Camera e Senato per coinvolgerli nelle difficili decisioni che si accinge a prendere. Ragionevole che Conte possa essere incaricato solo mercoledì. Il nome del professore di diritto privato girava da parecchi giorni, accompagnato da una serie di indiscrezioni sulla squadra di ministri che lo sorreggeva. Lo sorreggeva, appunto. Quasi quella del premier fosse una figura secondaria, eterea, impalpabile. Del tutto secondaria per alcuni. A tutto questo si aggiungevano segnali di superficialità rispetto alla tenuta del Paese. Dichiarazioni improvvide sulle banche, o indicazioni ritenute estreme per dicasteri sensibili con alto impatto internazionale. A partire dall'Economia (il nome di Paolo Savona difficilmente può essere digerito dal Colle), senza trascurare la Difesa.Ecco quindi che il presidente ieri ha piantato due paletti. Il primo: ha segnalato alle forze politiche - ove non se ne fossero accorte - le preoccupazioni per i segnali di allarme sui conti pubblici e sui risparmi dei cittadini. E tutto fa pensare che il Quirinale non resterà passivo sulle linee fondamentali di politica estera ed economica quando si passerà formalmente alla costruzione della squadra di governo. Il secondo paletto, propedeutico al primo: Mattarella ha ricordato a Lega e Cinque stelle l'importanza cruciale del ruolo che la Costituzione assegna al capo del governo attraverso l'articolo 95. Cioè che il presidente del Consiglio non è una comparsa in commedia: infatti è lui che dirige la politica generale del governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri. E non viceversa.

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