ROMA Si è chiusa la maratona contrattuale che ha portato ai rinnovi per tutti i dipendenti pubblici, tra statali in senso stretto, insegnanti e lavoratori della sanità e degli enti locali. Sono, infatti, stati sottoscritti ieri pomeriggio gli ultimi due accordi, quelli per gli impiegati di Asl e ospedali e di Regioni e Comuni. In un solo giorno quindi sono arrivate le firme per 1,2 milioni di persone, stimano i sindacati che insieme all'Aran hanno siglato i testi. Tra giugno e luglio in busta paga dovrebbero così comparire gli scatti mensili di 85 euro medi e gli arretrati, che vanno da poco più di 500 euro a quasi 900. D'altra parte il rinnovo copre un triennio, 2016-2018, che volge alla scadenza.
E, non a caso, ora gli occhi dei sindacati sono rivolti alla prossima manovra. Se si dovesse replicare quel che è accaduto con questa tornata allora il versamento, magari spalmato su più anni, corrisponderebbe a circa 6 miliardi di euro (5,6 miliardi per la precisione). Ma probabilmente, nonostante lo sblocco del turnover, dalla P.a usciranno per pensionamento molti dipendenti. La spesa finale quindi potrebbe essere più leggera. «Stiamo lavorando» alla scrittura delle piattaforme per il prossimo triennio, fa sapere Serena Sorrentino della Fp Cgil. E, aggiunge, «ci aspettiamo dal nuovo governo coerenza nello stanziamento delle risorse». Sulla stessa linea la Cisl con Ignazio Ganga: «la prossima manovra dovrà stanziare delle risorse», senza dimenticate che si sono ancora da chiudere i contratti per la dirigenza. Intanto Antonio Foccillo della Uil invita a non perdere l'attenzione su quanto già maturato, «si apre ora - dice - la strada al riconoscimento degli incrementi e degli arretrati».
DISTINGUO
Non tutte le sigle hanno però sottoscritto i contratti, se la Confsal ha firmato la sanità la Flp, della federazione Cgs, si è astenuta, presentando anzi ricorso in Ue e davanti ai tribunali italiani. Sergio Gasparrini, il presidente dell'Aran, l'Agenzia che ha condotto le trattative, è pronto a ricevere le proposte dei sindacati sulla nuova stagione contrattuale e anche, «prima dell'estate», a convocare la «commissione paritetica per la definizione di un nuovo modello di classificazione del personale, nuovi livelli e profili professionali». Non si tratta di cosa da poco: se cambiano le qualifiche cambiano anche le retribuzioni.
«Finalmente 1,2 milioni di lavoratrici e lavoratori dei comparti della Pa, dopo nove anni di attesa, avranno il loro contratto collettivo nazionale di lavoro» - ha aggiunto il segretario generale della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli, che aggiunge: adesso «come Cisl Fp chiediamo l'avvio immediato dei lavori della commissione paritetica al fine di affrontare, tra l'altro, il tema della classificazione del personale».