CHIETI Cgil, Cisl e Uil chiedono al sindaco Umberto Di Primio un incontro urgente sul Documento unico di programmazione (Dup) che prevede una serie di tagli al sociale. I segretari di Cgil, Germano Di Laudo, Cisl, Lucio Petrongolo, e Uil, Antonio Cardo, scrivono una lettera al sindaco e si dicono preoccupati in relazione a cinque punti. Il primo riguarda i «consistenti tagli alle risorse destinate al Piano sociale di zona che impatterebbero su servizi a tutela delle fasce deboli della popolazione residente e in particolare su anziani, bambini, giovani e cittadini in condizione di fragilità e disagio». Il secondo riguarda la privatizzazione dei nidi comunali. Il terzo la sospensione del servizio scuolabus. Il quarto la vendita di una farmacia comunale. E infine il quinto riguarda la trasformazione dell'azienda speciale Chieti Solidale in società pubblica.I sindacati lamentano anzitutto che su tutte queste decisioni non c'è stata «alcuna informazione preventiva» da parte del Comune nei confronti dei sindacati. «Si è infatti deciso», dicono Cgil, Cisl e Uil, di non procedere ad un esame congiunto su una materia, contrattazione sociale, per la quale è prevista la titolarità delle segreterie confederali, di concerto con le federazioni dei pensionati, alla stipula degli accordi dei Piani sociali di zona». Pertanto le organizzazioni sindacali hanno chiesto che «l'incontro sia convocato con urgenza e che si forniscano preventivamente i dati economici finanziari degli interventi sopra menzionati in relazione ai servizi compresi tra quelli del Piano sociale dell'Ambito teatino già sottoscritto tra le parti e che oggi, con l'adozione del Documento di programmazione, sarebbe modificato unilateralmente».I sindacati ribadiscono comunque il loro no «alla scelta di far quadrare il bilancio comunale tagliando risorse al Piano sociale di zona». Una scelta, dicono, che non può «essere condivisa, visto che tale decisione significherebbe togliere servizi ai cittadini e alle famiglie in un periodo di crisi e di mancanza di lavoro».Infine, concludono i sindacati, «la ricaduta sui livelli occupazionali è l'altro aspetto peculiare sul quale riflettere e rispetto a cui Cgil, Cisl e Uil supporteranno le federazioni di categoria nell'adozione delle iniziative più opportune a salvaguardia dei lavoratori impiegati sui servizi oggetto, nelle intenzioni della giunta, di taglio e vendita».