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Pescara, 24/07/2024
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Data: 24/05/2018
Testata giornalistica: Il Capoluogo
Servizi minimi, sciopero trasporti pubblici. Nulla di nuovo sul fronte servizi minimi del trasporto pubblico: confermato lo sciopero del 25 maggio. Intanto aumentano le perplessità sulla fusione. Ama-TUA, ferma al palo.

Confermato lo sciopero dei mezzi pubblici per la mattina del 25 maggio. Mezzi TUA a singhiozzo dalle 8 alle 13. Dubbi anche sulla fusione con Ama.

Nulla di fatto nell’incontro di lunedì tra sindacati e il delegato regionale ai Trasporti, Maurizio Di Nicola. Fit Cisl, Uil Trasporti e Faisa Cisal confermano lo sciopero del 25 maggio: «Nemmeno la proclamazione di uno sciopero per il prossimo 25 maggio ha prodotto una presa di coscienza della gravità della situazione e consentito passi avanti delle procedure necessarie all’approdo in Consiglio Regionale della relativa Delibera 848/c. Prosegue, invece, la “partigiana” presa di posizione del Consigliere Pietrucci che non ha ancora nemmeno calendarizzato la discussione della delibera nella II Commissione che presiede vantando pubblicamente il ruolo di censore degli atti di “Governo Regionale” che si è attribuito e filtro dei provvedimenti da porre o meno all’attenzione ed all’esame degli stessi Consiglieri Regionali. Notiamo che ieri ha inteso accompagnare in regione una delegazione aquilana della CGIL in una riunione senza ovviamente mostrare interesse all’ascolto delle tesi delle altre sigle sindacali confederali che mai hanno rinunciato o delegato ad altri il ruolo di difesa delle aree interne del territorio regionale. L’Abruzzo, ha avviato la riforma del Trasporto Pubblico (seconda voce di spesa del bilancio regionale) che in poco meno di due anni, ha conseguito dapprima la unificazione delle tre società regionali con rilevanti economie di scala e conseguentemente, unico caso in Italia, l’affidamento In house del 67% dei servizi regionali alla Società TUA spa garantendo una gestione pubblica del servizio».
Sciopero, il nodo dei servizi minimi.

«Tra le necessità amministrativo/burocratiche – sottolineano i sindacati – rientra la definizione della rete dei Servizi. Minimi (ovvero l’individuazione dei servizi di trasporto, interni al territorio regionale, che l’Ente Regione intende assicurare ai propri cittadini affinché possano esercitare il diritto alla mobilità). Va precisato che detti “servizi minimi essenziali” sono esclusivamente, per norma nazionale ed europea, quelli in cui si verifica il così detto “fallimento del mercato” ovvero quelle relazioni in cui non si registrino presenze di offerta di trasporto plurime). Quindi l’individuazione della Rete dei Servizi Minimi, (varata con la delibera di Giunta Regionale n.848/c del dicembre 2017 che ha raccolto anche il positivo esame del Consiglio delle Autonomie Locali CAL), è lo strumento indispensabile per la prosecuzione della gestione dei servizi di trasporto pubblico locale a far data dal 1° gennaio 2019 (data in cui le “concessioni”, già in regime di proroga all’azienda regionale ed alle imprese private del settore scadranno di validità). Tale piano di servizi all’interno del territorio regionale ha la finalità di assicurare collegamenti di trasporto pubblico ai cittadini residenti in particolare nei centri minori dove non vi è interesse di vettori commerciali nel gestire attività di trasporto per i bassi livelli di redditività. Dal primo gennaio 2019, dovranno obbligatoriamente partire le procedure per l’affidamento dei servizi attraverso affidamento in-house e gare; la mancata approvazione della delibera sui Servizi Minimi determina in particolare la decadenza dell’affidamento In house e l’impossibilità a bandire le gare con tutto ciò che ne deriva (ulteriori penalizzazioni sui trasferimenti delle risorse economiche dallo Stato). L’affidamento in house è strumento indispensabile per gestire la fase post-fusione ed impedire dissesti sociali e sobbalzi repentini ai livelli occupazionali che un’impresa privata non avrebbe nessun interesse ad impedire. Pertanto è fondamentale agevolare l’iter del percorso istituzionale che deve condurre la Società fuori dalle secche della burocrazia. Nel caso della relazione tra il capoluogo di regione e la capitale, unico argomento che tanto preoccupa il Consigliere Pietrucci, bisogna assolutamente specificare che questi servizi non verranno dismessi come si vuol far credere, bensì verranno rimodulati ed esercitati dal vettore Sangritana S.p.A. in regime di concorrenza, peraltro con criteri di sostenibilità economica, con materiale rotabile di nuova acquisizione e con personale neoassunto sul territorio regionale. Nessuna penalizzazione deriverà nei confronti dell’utenza perché l’offerta di trasporto che oggi registra la presenza di domanda non subirà alcuna variazione, mentre le corse attualmente già scarsamente utilizzate verranno riorganizzate. Infine la presenza di un vettore a capitale pubblico su relazioni commerciali dall’intero territorio regionale verso la capitale rappresenta una garanzia atta ad evitare che l’esasperazione del mercato comporti una lievitazione esagerata delle tariffe di trasporto a danno dell’utenza. Precisiamo che l’ambito di interesse della definizione di “trasporto pubblico locale” non evidenzia aree interne e/o aree penalizzate, ma aree a domanda debole che non sono solo nella provincia de l’Aquila, ma nelle quattro province (sono aree dove la domanda di trasporto è minore e tra queste sono annoverati anche i bacini di Avezzano, Sulmona, Vasto, Lanciano, Teramo e tutti i paesi collinari ed interni delle quattro province). Evidenziamo, inoltre, che ogni chilometro che dovesse essere inserito nel sistema di TPL necessita del relativo finanziamento ovvero di tagli analoghi in altre relazioni che potrebbero penalizzare, questa volta con certezza, centri minori ed aree interne. Siamo conseguentemente a chiedere ai Consiglieri di Maggioranza e di Opposizione di prestare, come loro costume, ancora più attenzione su questa delicata fase della riforma dei Trasporti che è giunta quasi al traguardo ma che sta rischiando di sbriciolare tutti i risultati conseguiti a causa di sterili campanilismi, singoli riposizionamenti e fibrillazioni da campagna elettorale. Riteniamo che i sacrifici concretamente assicurati dai lavoratori del settore, sia in termini di crescita della produttività individuale che economici, non debbano essere dilapidati. Auspichiamo che nella II Commissione prima, ed in Consiglio Regionale poi, vengano salvaguardate le aspettative di tutti i territori e esaminate le ragioni di tutti i sindacati piuttosto che soltanto quelle di una specifica organizzazione e di uno specifico territorio. Rileviamo infine un altro pericoloso “lento procedere” degli iter rispetto alla definizione del trasferimento delle attività commerciali su ferro e su gomma a Sangritana S.p.A. Ritardo che determina l’accumularsi di gravi perdite nel bilancio di TUA S.p.A.; definizione delle partecipazioni societarie all’interno della società Autoservizi Cerella; creazione dell’Osservatorio della Mobilità deputato a garantire una corretta sorveglianza, a favore dell’utenza, sulla regolarità e qualità dei servizi erogati; alla creazione dell’Agenzia della Mobilità utile anche per un significativo recupero di risorse economiche; attività, queste, che risultano indispensabili oltre che per il completamento della riforma dei trasporti anche per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali del settore avuto riguardo in particolare alla prossima chiusura della Società SISTEMA che determinerà il licenziamento di ben 46 lavoratori. Per queste motivazioni, siamo a chiedervi attenzione ed impegno per il bene della intera collettività abruzzese.

La “chimera” della fusione Ama-TUA.

Dall’altro lato, Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal e Ugl denunciano le lentezze relative all’annunciata fusione di Ama in TUA: «Tanti annunci, tanti affidamenti presi pubblicamente, nessun atto amministrativo messo in campo. Risale ad Agosto 2017, l’accordo sottoscritto tra il Presidente della Regione Abruzzo e l’amministrazione comunale dell’Aquila. Vennero sottoscritti impegni ed azioni amministrative da compiere e tempistiche stringenti da rispettare per giungere alla fusione delle due aziende. A distanza di nove mesi, nulla o quasi è stato fatto e nessuna delle azioni annunciate compiuta e realizzata. Non si ha notizia della necessaria perizia di valutazione di AMA, non è stata estesa la durata dell’affidamento in house ad AMA, nessun atto amministrativo vincolante è stato assunto in sede di consiglio comunale, se non un atto di indirizzo, certo poco utile alla procedura. Nel frattempo si sfugge il confronto nelle sedi deputate con le rappresentanze dei lavoratori. Da quasi un mese giace inevasa la richiesta di convocazione del tavolo della mobilità. Non chiediamo altro che essere informati sull’avanzamento della procedura. Vorremmo sapere quando il consiglio comunale si esprimerà con atti vincolanti, quando adeguerà la scadenza dell’affidamento Ama a quello di Tua, quando si conosceranno i risultati della perizia asseverata di valutazione di Ama. È finito il tempo dei rinvii, è inaccettabile l’immobilismo. Nel frattempo l’azienda, che come le altre partecipate, si ritrova affidata pro tempore ad un amministratore non nominato dall’attuale amministrazione vive di incertezze, di bilanci in rosso, certo non per colpa dei lavoratori, e un futuro incerto per non dire buio. Certo le mancate scelte i rinvii i dubbi sulla direzione da intraprendere non fanno bene all’azienda, al servizio reso ai cittadini e ai lavoratori in essa impiegati. Noi abbiamo esaurito la pazienza, pretendiamo di essere ascoltati, pretendiamo il rispetto degli impegni assunti. In alternativa qualora si sia scelto un altro percorso sarebbe corretto che il Sindaco e l’Assessore tornassero al cospetto dei lavoratori, questa volta non a rassicurare circa un percorso, che oggi pare smarrito, ma magari ad informarli del cambio di rotta e magari a spiegare come continuare a mantenere in vita e pubblica la municipalizzata dei Trasporti».

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