L'AQUILA Si sono dati battaglia per quasi quattro ore, davanti al Tar, i legali delle opposte fazioni sul ricorso, presentato da alcuni esponenti di centrosinistra, nel quale si chiedeva il riconteggio delle schede in 11 seggi elettorali per valutare eventuali "incongruenze e imprecisioni" che sarebbero potute emergere dai verbali elettorali. Il centrosinistra, dunque, aveva presentato un ricorso al Tar sul riconteggio per ribaltare gli equilibri in consiglio comunale. Se i giudici oggi accoglieranno il ricorso, scatterà anche all'Aquila la cosiddetta "anatra zoppa": i rapporti di forza all'interno del consiglio comunale verrebbero ribaltati e il sindaco, Pierluigi Biondi, si ritroverebbe senza maggioranza, potendo contare solo su 12 consiglieri, a fronte dei 19 del centrosinistra (la ripartizione dei seggi avverrebbe secondo un criterio proporzionale in base ai voti ottenuti dalle singole liste). Ma la maggioranza, oltre a contestare il ricorso elettorale, conta sull'accoglimento di una importante pregiudiziale: la querela di falso presentata al tribunale civile. La segnalazione poggia sul fatto che nella trascrizione dei risultati elettorali del seggio 41 sarebbero spariti circa 400 voti: nelle operazioni dell'Ufficio elettorale centrale, nel prospetto dei voti conseguiti, non sarebbero cioè stati riportati i voti espressi ai candidati sindaco. L'accertamento del falso e la correzione richiesta al tribunale civile è pregiudiziale rispetto al giudizio pendente al Tar. Per cui, almeno in astratto, se venisse accolto, potrebbe bloccare tutta la procedura in attesa di novità da parte del giudizio civile. Il ricorso per l'attribuzione del premio di maggioranza, è stato sottoscritto, oltre che dal candidato sindaco sconfitto al ballottaggio Americo Di Benedetto, da Maurizio Capri, Emanuela Di Giovambattista, Fabrizio D'Alessandro, Stefano Palumbo, Antonio Nardantonio, Stefano Albano del Pd, Sergio Ianni di Abruzzo Civico, Gianni Padovani dei Socialisti, Fabrizio Ciccarelli e Paolo Romano del Passo Possibile, Massimo Scimia di Cambiare Insieme. A rientrare in consiglio nel caso in cui il riconteggio facesse ottenere l'effetto sperato dai ricorrenti sarebbero Capri, Di Giovambattista e D'Alessandro del Pd, Ianni di Abruzzo Cvico, Padovani dei Socialisti, Ciccarelli del Passo Possibile, ma anche Giorgio Spacca di Articolo 1, Anna Lucia Bonanni della Coalizione sociale e Fabrizio Righetti del Movimento 5 Stelle, candidato sindaco non eletto dei grillini.