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Data: 26/05/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Roma Tpl, proroga al 2020 Niente gara: M5S spaccato

L'Assemblea Capitolina alla fine approva e la maggioranza grillina con 25 voti favorevoli e 3 contrari si porta a casa un successo che tuttavia è tale soltanto all'apparenza. Il contratto della Roma Tpl, il consorzio privato che gestisce circa 100 linee bus in periferia, in scadenza il prossimo 31 maggio, è stato prorogato fino al 2020. Lo stesso consorzio è anche il principale creditore di Atac e dovrà quindi votare il piano di concordato, dopo un eventuale sì dei giudici. «Chissà se questo ha influito sulla decisioni del Campidoglio», dicono dal Pd.
La giunta M5S e l'assessore alla Mobilità, Linda Meleo, pur consapevoli dell'obbligo di mettere a gara il servizio, non hanno provveduto a licenziare il concorso europeo in tempo, dopo una serie di errori nella fase preparatoria. Ecco allora l'obbligo di scelta: disattendere il principio del Movimento (con noi al governo era il claim della campagna elettorale finirà il tempo delle proroghe e si faranno solo i bandi) o rischiare di bloccare interi quartieri della Capitale. C'è poi il risvolto politico: diversi consiglieri non hanno nascosto le loro perplessità sull'operazione che poi è stata consacrata dal voto in aula della sola maggioranza (deficitaria delle consigliere Paciocco, Zotta, Montella e Penna) e aiutato dalla presenza della sindaca Raggi che attraverso il suo, di voto, ha permesso alla delibera di diventare immediatamente eseguibile. Il consigliere Enrico Stefàno si è sfogato contro l'assessore Meleo per il ritardo sulla procedura di gara: «Linda, non è colpa solo degli uffici», mentre il collega Pietro Calabrese ha abbandonato prima della fine la commissione congiunta Bilancio-Mobilità di ieri mattina, convocata all'ultimo per l'espressione del parere. A chiudere la giornata, non propriamente semplice, l'Oref che, pur dando parere favorevole alla delibera, ha comunque evidenziato alcune perplessità. Con la proroga è stata infatti approvata anche una variazione di Bilancio.
LA VARIAZIONE
La quinta per la precisione, come hanno osservato le opposizioni, da FdI al Pd, che ha deciso di abbandonare l'aula prima del voto. A conti fatti la variazione per permettere la proroga al servizio del Tpl pesa per circa 67,3 milioni di euro, che saranno ripartiti in 10,7 milioni per il 2018, 21,7 milioni per il 2019, 34,9 milioni per il 2020. Le somme saranno ricavate anche attraverso un aumento delle penali (5 milioni per il 2018, 0 euro per il 2019 e 10,5 milioni per il 2020). Proprio su questo l'Organismo di revisione economico finanziaria ha scritto alcune osservazioni: «La maggiore entrata derivante dalle penali non è supportata dalla documentazione probante il calcolo e la previsione relativa al 2020 deriva esclusivamente da previsioni su dati storici». E ancora: «Non è corretto determinare la copertura di un servizio e in generale determinare l'equilibrio di Bilancio con risorse aleatorie e non stabili». A questo si è aggiunta poi la seconda delibera approvata sempre e soltanto con i voti della maggioranza e con l'aiuto della sindaca Raggi: quella relativa allo stanziamento di fondi un miliardo 90 milioni di euro per otto anni, necessari all'espletamento della gara del servizio di gestione che dovrebbe arrivare il prossimo luglio.
PRASSI ANTIDEMOCRATICA
«Abbiamo assistito alla prepotenza istituzionale della maggioranza», chiosa il capogruppo Pd, Giulio Pelonzi. Ancor più critica la consigliera dem, Ilaria Piccolo: «solo lo scorso anno in un consiglio straordinario il contratto per il Tpl sembrava destinato a essere rescisso immediatamente e ora invece si va in proroga». Le novità, sul fronte trasporti, non finiscono qui. Il referendum per mettere a gara i servizi gestiti da Atac si terrà il prossimo novembre. Resta l'incognita sul possibile voto elettronico, contro il quale si sono scagliati i promotori. In aula ieri, è stato infine approvato il nuovo contratto per i servizi cimiteriali i cui proventi questa la novità saranno incassati direttamente dal Comune e non più dall'Ama.

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