TERAMO Per essere un processo con il rito immediato, fatica non poco a partire. Nuovo rinvio - è il terzo - per il processo a carico del rettore Luciano D'Amico, che a causa di un eccessivo carico di udienze al collegio è slittato al 22 giugno, data in cui dovrebbe incardinarsi davanti ai giudici. L'inchiesta per la quale D'Amico è finito a processo e nella quale ha chiesto ed ottenuto di essere processato con il rito più veloce previsto dal codice è quella relativa al doppio incarico come rettore dell'università di Teramo e presidente del cda dell'Arpa Spa (e successivamente della Tua). Inchiesta nella quale gli viene contestata l'indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. In particolare la Procura gli contesta, nel momento in cui ha assunto l'incarico alla Tua, di non aver svolto più l'incarico di docente a tempo pieno che la legge prevede come requisito necessario per poter ricoprire la carica di rettore e di aver omesso di darne formale comunicazione all'ateneo percependo così indebitamente l'indennità connessa alla carica di rettore. A D'Amico, inoltre, la Procura contesta anche il peculato per la consegna, nell'ambito della cerimonia "Welcome Matricole" del novembre 2013, di 10 tablet di proprietà dell'università, a titolo di riconoscimento, al personale tecnico di supporto all'intervento degli artisti Ficarra e Picone. Insieme a D'Amico sono a processo altri due docenti dell'Ateneo: Mauro Mattioli, al quale viene contestato un episodio di peculato, in concorso con il rettore, e il preside di Scienze della Comunicazione Stefano Traini al quale viene contestato l'abuso d'ufficio.