ROMA L'altro ieri era «arrabbiatissimo». Ieri, paventando il rischio di una «ulteriore frattura tra i palazzi del potere e gli italiani», era furibondo. Matteo Salvini non retrocede sul nome di Paolo Savona all'Economia che ormai sembra essere divemtato una pedina per un gioco strategico più grande del governo nascente e intanto consegna la lista dei «suoi» ministri al presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte. «Passi indietro la Lega ne ha già fatti abbastanza, abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare» ma ora, avverte Salvini, «o si parte o non tratto più», «non è questione di nomi e cognomi ma di rispetto del voto degli italiani», spiega.
Il braccio di ferro tra Colle e M5s-Lega sul nodo del responsabile del Tesoro insomma non accenna insomma a sciogliersi. Ma il suo esito non è scontato. I 5Stelle e Luigi Di Maio in particolare stanno operando una forte mediazione sottotraccia, ben mascherata dalle molte puntate polemiche pubbliche contro il Quirinale emerse anche per contrapposizioni interne. «Si chiude entro 24 ore o non più», avverte Di Maio.
Intanto Conte per tutta la giornata ha provato a cercare la quadra per mettere insieme tutti i tasselli necessari alla formazione del governo da presentare - nel più breve tempo possibile, magari entro oggi o lunedì - alle valutazioni di Mattarella.
LA TELEFONATA
Chiuso negli uffici di Montecitorio, Conte ieri è stato raggiunto al telefono dal presidente francese, Emmanuel Macron che non nasconde di voler coinvolgere il nuovo governo italiano nella delicata trattativa sul futuro dell'Europa che lo vede contrapposto alla cancelliera tedesca Angela Merkel. Non a caso Conte ieri ha lavorato molto sulla casella del ministro degli Esteri per coprire la quale ha avuto un lungo colloquio con l'ambasciatore Luca Giansanti. Ma in serata proprio in parallelo alla trattativa sull'Economia per la Farnesina sono tornate a salire le quotazioni di Giampiero Massolo.
Sul fronte strettamente partitico va segnalata da una parte la sortita di Fratelli d'Italia che ha duramente attaccato il Quirinale, e dall'altra quella delle opposizioni che sono molto allarmate.
«Lo spread sale ai massimi dal 2013. Chi è il colpevole? Non c'è nessun complotto, non guardate Bruxelles, non è colpa dei mercati finanziari. Il responsabile ha sempre un nome, in questo caso due cognomi: Salvini e Di Maio» attacca l'ex segretario del Pd, Matteo Renzi.
Con le preoccupazioni di Renzi si schiera invece il ministro uscente dello sviluppo economico, Carlo Calenda sicuro che l'agenda Salvini-Di Maio sia ormai chiara: «mira a portare l'Italia fuori dall'Europa e dall'Occidente». Eventualità, questa, che impone la creazione «di un fronte civile di resistenza mobilitando il paese» senza «aver paura delle elezioni». E un invito alla protesta arriva anche dal costituzionalista e deputato Pd Stefano Ceccanti che avverte: «È in gioco l'Italia e il futuro dell'Eurozona. E forse sarebbe meglio studiare le opportune iniziative di mobilitazione proporzionate al pericolo».
Mobilitazione che intanto è partita sui social e in particolare su twitter con una giornata combattuta fra quanti tifavano giallo-verde con l'ashtag #vogliamosavona e quelli che hanno voluto esprimere vicinanza al Quirinale con #iostoconmattarella.