PESCARA Uno scenario politico mutato nel giro di poche ore, che anche in Abruzzo scatena un fiume di reazioni e qualche legittima preoccupazione, soprattutto per il possibile ritorno alle urne a metà settembre. Molti dei parlamentari eletti il 4 marzo non hanno più alcuna certezza sulla durata della legislatura, mentre sugli spalti si apre il tifo pro e contro il presidente Mattarella, che con il veto sul nome di Savona ha aperto le porte a un governo tecnico che porterà il paese alle urne.
Articolata la dichiarazione di Gaetano Quagliariello, ex ministro per le Riforme costituzionali nel governo Letta, rieletto in Abruzzo con il centrodestra, che parla di «forzatura» da parte del Quirinale: «C'è un problema di galateo istituzionale che, certamente, i partiti non hanno rispettato. Ma - aggiunge - c'è anche e, soprattutto, un problema di sostanza. Con tutto il rispetto che si deve al presidente della Repubblica io credo che le sue prerogative gli consentano di tirare la corda con la moral suasion, ma non di spezzarla. A meno che non ci sia un impedimento istituzionale come un conflitto di interessi o una sovrapposizione di poteri». Quagliariello si spiega meglio entrando nel merito: «Se il problema di un potenziale ministro è quello di avere un profilo non conveniente dal punto di vista del capo dello Stato, ma egli incarna la sostanza di un programma politico che ha la maggioranza in Parlamento, e quindi il sostegno della sovranità popolare, secondo me il presidente non si dovrebbe rifiutare di nominarlo. Io al governo Conte - precisa ancora il senatore di Forza Italia - non avrei votato la fiducia, ma una cosa sono le opinioni, altro è l'interpretazione di regole che devono valere per tutti».
IL PD FA MURO
Dal Pd si sprecano gli attestati di solidarietà a Mattarella. Tra questi c'è quello del senatore-governatore Luciano D'Alfonso, che sul profilo facebook posta un documento della direzionale nazionale del suo partito dal tono inequivocabile: «Le inaudite parole di Salvini e Di Maio sono gravissime e irresponsabili». Proprio su D'Alfonso ci sono molti interrogativi in queste ore, soprattutto in ordine alla opzione ancora da sciogliere sul doppio incarico. C'è chi dice che potrebbe ripensarci e tornare alla guida della Regione e chi è invece convinto che in caso di ritorno alle urne per le politiche, D'Alfonso sarà ancora in lista in posizione eleggibile, con il suo partito. Rebus che il governatore potrebbe sciogliere già nella giornata di oggi, dopo aver fatto decantare le sensazioni prodotte dagli eventi romani. Di sicuro, per tutti i parlamentari la prima regola per essere ricandidati è rimanere in carica.
Solidarietà al capo dello Stato arriva dal senatore di Forza Italia, Nazario Pagano: «Sono con Berlusconi e mi rifaccio a quanto detto ieri dal nostro presidente: è da irresponsabili chiedere l'impeachment per Mattarella. Prima di tutto viene il rispetto per le istituzioni».
L'AFFONDO DEL M5S
Di ben altro tono l'affondo del deputato del M5S Andrea Colletti: «Mattarella si è preso la responsabilità di fare politica al posto del Parlamento e di prendere le veci di coloro che lo hanno votato lì, ovvero il Pd, nonché le forze extraparlamentari e straniere. Dall'altra parte - sottolinea Colletti -, anche l'impuntatura di Salvini sul nome di Savona ha aiutato Mattarella a prendere questa decisione». Si reagisce con rabbia anche negli ambienti della Lega. Il neo deputato Luigi D'Eramo posta sui social questo messaggio: «Mattarella ha ucciso la democrazia in Italia. Hanno vinto i poteri forti, gli interessi delle banche, delle lobbies internazionali e dei tecnocrati europei». Intanto, una delle opzioni poste dall'incaricato premier Cottarelli, è quella del ritorno alle politiche a settembre o al massimo all'inizio del 2019, se in parlamento dovesse passare la fiducia. Data che in Abruzzo potrebbe combaciare con le prossime regionali.