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Data: 29/05/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Incarico a Cottarelli ma non ha i numeri: elezioni dopo l'estate

ROMA Il governo Cottarelli dovrebbe avere una dozzina di ministri o poco più. Una struttura snellissima per un governo che, comunque vada, durerà poco. L'insediamento dell'esecutivo con la cerimonia del giuramento dovrebbe scattare giovedì. Poi ci sarà il voto di fiducia del Senato dove è praticamente impossibile che il governo ottenga la fiducia non solo per la scontata opposizione di M5S e Lega ma anche per l'annuncio del voto contrario di Forza Italia e Fratelli d'Italia e della possibile astensione o voto negativo del Pd. In pratica il governo Cottarelli può contare solo su un pugno di poche decine di senatori apparteneti alle Autonomie, al gruppo Misto e, forse, a Liberi e Uguali.
Questo significa che il governo - come lo stesso Cottarelli ha dichiarato pubblicamente dopo il colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - accompagnerà il Paese fino ad elezioni probabilmente a fine settembre o ottobre a meno di una fiducia o possibili imprevisti che ne possano prolungare l'esistenza fino alla fine dell'anno per varare una manovra che impedisca l'aumento dell'Iva a gennaio 2019.
Tutto è cominciato nella tarda mattinata di ieri quando l'economista, ex dirigente del Fondo Monetario ed esperto riconosciuto di spesa pubblica, ha attraversato il portone del Colle trascinando un piccolo trolley. Breve il colloquio con il Presidente. Al termine del quale Cottarelli ha rilasciato una breve dichiarazione per fissare l'orizzonte temporale dell'esecutivo e per sottolineare che né lui né i ministri dell'esecutivo si presenteranno alle prossime elezioni.
LE PROSSIME MOSSE
Ma quali saranno le mosse del prossimo presidente del Consiglio? Come detto l'esecutivo dovrebbe chiedere una sorta di fiducia limitata, con la garanzia presidenziale - e dello stesso Cottarelli - di dimissioni e scioglimento delle Camere a fine dicembre, una volta approvata una legge di Bilancio molto leggera che permetta di evitare l'esercizio provvisorio e l'aumento dell'Iva. Dopodichè ritorno al voto nel febbraio 2019.
Naturalmente per realizzare questo mini-programma servirebbe la fiducia del Parlamento che è praticamente impossibile. Se Cottarelli non passasse l'esame delle Camere (ma in realtà basta il no del Senato a fermare il governo) si aprirebbe anche un problema tecnico-politico: come arrivare almeno a fine settembre ed evitare il voto ad agosto? Sì, perchè se Mattarella sciogliesse subito le Camere, ad esempio la prossima settimana dopo la bocciatura da parte del Senato, bisogna calcolare un massimo di 70 giorni per il ritorno alle urne. Arriveremmo esattamente a Ferragosto.
Servirà quindi un escamotage politico, ad esempio una mozione congiunta di tutte le forze politiche, che permetta a Cottarelli di galleggiare qualche settimana pur sfiduciato.
Dopo la drammatica giornata di domenica dal Quirinale ieri è trapelato ben poco. Sono state smentite le dichiarazioni del leader 5Stelle. Luigi Di Maio, che ha detto in televisione che erano stati fatti a Mattarella i nomi di altri economisti vicini alla Lega oltre a quello di Paolo Savona. Per il resto il Colle ha completamente ignorato la polemica sull'impeachment nei suoi confronti ventilato dai 5Stele sia pure con varie sfumatore e, almeno finora, non condiviso dalla Lega di Salvini. Una richiesta che probabilmente viene giudicata come parte di una polemica politica deviata dalle elezioni e non come un tema che dalle parole passerà mai alla sfera della realtà.

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