Le penali sulle carenze del trasporto pubblico romano, a carico delle aziende, vanno incassate rapidamente e regolarmente. La raccomandazione arriva dai revisori dei conti dell'Oref, nel loro parere sull'ultima variazione di bilancio del Campidoglio. L'organismo di revisione chiede all'amministrazione comunale «di monitorare accuratamente e costantemente l'andamento dell'accertamento delle entrate relative alle penali dei contratti tpl, al fine di garantire la copertura». A causare l'ennesima incertezza nei conti di Palazzo Senatorio sono questa volta le sanzioni che le aziende che gestiscono il servizio di trasporto pubblico nella Capitale (Atac e Roma Tpl) devono versare al Comune per «insufficiente qualità erogata». Ma oltre all'importo da pagare (che i tecnici valutano piuttosto basso), a generare i dubbi dei revisori sono la suddivisione annua degli incassi previsti e l'efficacia dell'accertamento delle penalità da irrogare.
LE CIFRE
La variazione di bilancio approvata dall'assemblea capitolina la scorsa settimana serve proprio a permettere la proroga dei contratti di servizio del Tpl fino al 2020, con 67,3 milioni di euro per i triennio: 10,7 milioni per il 2018, 21,7 milioni per il 2019, 34,9 milioni per il 2020. Queste somme saranno ricavate anche attraverso le penali, con un andamento da montagne russe: 4,6 milioni del 2018, zero euro per il 2019 e 10,5 milioni per il 2020. L'Oref esprime le sue perplessità nel parere, osservando che la previsione delle entrate da penali per quest'anno «non è supportata dalla documentazione probante il calcolo e la previsione relativa al 2020 deriva esclusivamente da previsioni su dati storici non supportati da adeguati riscontri documentali, come peraltro già la previsione per il 2019». Inoltre, scrivono i revisori dei conti, «non è corretto determinare la copertura di un servizio e in generale determinare l'equilibrio di bilancio con risorse aleatorie e non stabili».
LA PROCEDURA
Sulla quantificazione delle penali, peraltro, è aperta da tempo una trattativa informale tra il Campidoglio e l'Atac, nell'ambito della procedura di concordato preventivo che interessa l'azienda di via Prenestina. L'idea che gira è proprio quella di ridurre le sanzioni che scattano in automatico, da contratto di servizio, se l'azienda non rispetta alcuni parametri. Il contratto di servizio prevede infatti che i mezzi dell'azienda dei trasporti percorrano un certo numero di chilometri ogni anno. Ma quasi sempre la municipalizzata fallisce (e di parecchio) l'obiettivo. Nel 2017, per esempio, l'Atac ha perso quasi un milione e mezzo di corse programmate.
Domani, intanto, giornata decisiva con l'udienza al tribunale fallimentare, nella quale l'azienda dovrà presentare il nuovo piano che estinguerebbe il debito solo nel 2055. Ieri sono stati formalmente ordinati i 320 nuovi bus, tutti diesel. Nelle prossime ore dovrebbe essere ratificato iol bilancio 2017, con perdite da 120 milioni.