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Pescara, 24/11/2024
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Data: 30/05/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Di Maio corteggia la Lega. Ma Salvini apre due forni. Sospetti incrociati tra alleati della maggioranza gialloverde. Il Carroccio cauto. Il capo dei Cinquestelle blocca l’impeachment e riapre al Quirinale (e a Conte)

Uniti nella corsa alle urne, ma sospettosi sul come arrivarci. Lega e M5s all'unisono chiedono di arrivare al voto il prima possibile convinti che il No del Quirinale a Paolo Savona e la tempesta dei mercati contro il governo del «cambiamento» non possa che favorirli, solleticando il voto di protesta. Con una sostanziale differenza che riguarda le difficoltà interne di Luigi Di Maio che lo hanno spinto a rilanciare il governo giallo-verde. Un conto è la prospettiva comune, un altro quella delle due singole forze politiche che restano comunque in concorrenza. Per Di Maio è una grana molto seria perché se è vero che nessuno nel Movimento, da Grillo a Di Battista, intende mettere bastoni tra le ruote alla sua ricandidatura, il timore di venire fagocitato da un Carroccio in crescita esponenziale di consensi lo fa temere. È vero infatti che entrambe le forze politiche sono viste dai sondaggisti in crescita e pronte a spartirsi voti al Nord e al Sud Italia, ma un conto è arrivarci come alleati, un altro in competizione. Matteo Salvini non sembra voler tranquillizzare il suo socio di contratto tant'è che mantiene aperti entrambi i forni, quello con i 5 Stelle e quello con il centrodestra. Alla segreteria della Lega lascia intendere che starà alla finestra anche per valutare che direzione prenderà Fi. Dice di aver notato «qualcuno che nelle ultime settimane ha parlato più di Germania, spread e vincoli Ue che del futuro degli italiani » e non si sbottona: «Vedremo... ». Non proprio una dichiarazione di fedeltà alla coalizione. La verità, ancora una volta, è che il segretario del Carroccio intende aspettare i risultati delle amministrative per decidere che fare. Anche se qualcuno nella Lega confessa: «Stiamo pensando seriamente di rompere la coalizione...». Di Maio però non può aspettare. E dopo aver buttato il cerino dell'impeachment, pensa che l'attacco al presidente della Repubblica possa portargli più danni che vantaggi. Quindi, inizia a lanciare messaggi pacificatori al Colle. Nella speranza che possa riaprirsi lo spazio per un governo giallo-verde. «Siamo l'unica maggioranza esistente in Parlamento mentre il governo del presidente non ha maggioranza », dice al Quirinale approfittando della finestra aperta dal rinvio della presentazione della squadra di governo di Carlo Cottarelli. Un indizio che sarebbe suffragato anche dal fatto che il premier indicato dalla coalizione gialloverde, Giuseppe Conte, sarebbe stato visto nuovamente aggirarsi nei dintorni di Montecitorio. Resta il nodo del ministro dell'Economia. Salvini non vuole fare passi indietro sul nome di Paolo Savona, costringendo Di Maio a far buon viso e tentare l'impossibile: «È un profilo altissimo, con le competenze adatte per realizzare il cambiamento che i cittadini avevano chiesto. Per andare in Europa, non certo per uscire dall'Euro». Lo choc per quello che M5s e Lega definiscono una «doccia fredda » del Quirinale sul nome di Savona non è stato ancora metabolizzato: ma i due alleati, se vogliono riprovarci, dovranno farlo.

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